Pietrasecca: differenze tra le versioni

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Secondo la tradizione locale la fondazione dell'attuale abitato si deve al "Re Pipino" che qui avrebbe fondato un castello dove sarebbe morto nell'[[810]] per essere sepolto a "Fosso Feca". Venne espugnata, insieme a Saracinesco, dai Saraceni in ritirata sulla via Valeria e successivamente riconquistata dalle truppe papali. Si apprezzano ancora i resti delle opere fortilizie erette nei secoli sia con tecniche occidentali che orientali. L'abitato della cittadella interna è cinto da una poderosa muraglia di cui, dopo i vari terremoti occorsi nei secoli, si conservano alcune tracce notevoli. La possanza della rocca originaria è osservabile soprattutto dal lato nord-ovest, in prossimità dell'odierno cimitero. Da questa angolazione si può infatti osservare la maggior parte delle opere fortilizie superstiti. La località fu fortificata fin da epoca remota, già prima della dominanza equa, per la sua posizione strategica. Posizione che conservò in epoca romana sulla direttrice della consolare Valeria e rafforzò in epoca medioevale per essere al confine tra i [[longobardi]] ducati di [[ducato di Spoleto|Spoleto]] e di [[ducato di Benevento|Benevento]]. Gli attuali resti del [[castello]] hanno caratteristiche costruttive simili a quelle di altre strutture difensive del territorio, costruite tra la fine del [[X secolo|X]] e gli inizi dell'[[XI secolo]], ma recano in sé anche opere murarie arabe oltre che occidentali medioevali.
 
Il toponimo di ''PetraPetram SiccaSiccam'' è citato per la prima volta in un documento del [[1074]]. Nel [[XV secolo]] passò dal dominio degli [[Orsini]], conti di [[Tagliacozzo]], alla baronia di [[Collalto]] e quindi, alla fine dello stesso secolo, ai [[Savelli]]. Nel [[1655]] è documentata una forma di autonomia ("Università di Pietrasecca"). Uno spaccato dell'economia e della vita sociale dell'epoca è documentata dal "Catasto del 1749" di recente ritrovato. L'8 dicembre del 1860, a due Km. c.a da Pietrasecca si verificò la cattura del Generale legittimista spagnolo [[José Borjès]] venuto in Italia per riconquistare il Regno a Francesco II. Deluso dal comportamento delle bande brigantesche meridionali finanziate dalla stesso Re, stava andando a Roma per dissuaderlo dal continuare a spendere inutilmente il suo denaro. Ad 8 Km. dal confine pontificio fu catturato e fucilato lo stesso giorno a Tagliacozzo, senza processo, dai Bersaglieri del Regno al comando del Maggiore Enrico Franchini.
Nel terremoto di Avezzano del [[1915]] crollò la chiesa di Santo Stefano, ricostruita in seguito, con un progetto moderno, più in basso, all'ingresso del paese. Agli inizi del [[XX secolo]] il paese superava i 1.000 abitanti,mentre oggi superano di poco i 200. Lo spopolamento è stato determinato da scarse possibilità di occupazione nel posto e dalla conseguente emigrazione soprattutto a Roma.
Nel 1984 è stata scoperta una meravigliosa grotta [[Grotta grande del Cervo]] che, unitamente alla già conosciuta Grotta dell'Ovito, ha riacceso le speranze di una prossima rivitalizzazione del centro con la valorizzazione turistica delle stesse grotte inserite dalla Regione nella "''Riserva naturale speciale delle Grotte di Pietrasecca"''