Francesco Piranesi: differenze tra le versioni
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Dal 1804 al 1807 incide ''Antiquitès de la Grande-Grèce'' in tre tomi su disegni del padre e propri, sua ultima opera.
Nel 1807, il fratello Pietro esce dalla società e torna a Roma. Le molteplici attività di Francesco, fra cui l'istituzione di un'accademia d'arte (che visitata dall'artista [[Maria Cosway]] se ne disse delusa dei risultati e le non chiare finalità) richiesero ingenti investimenti finanziari, ma avversità di mercato lo ridussero in stato fallimentare e nella più penosa indigenza tanto da dover dare in pegno dei rami. Lo stato francese tentò un suo salvataggio a condizione che Francesco si occupasse esclusivamente della calcografia e il 4 dicembre 1809 un decreto imperiale autorizzava il ministro dell'interno ad acquistare la calcografia Piranesi per 300.000 franchi da distribuire ai creditori, ma Francesco morì improvvisamente il 23 gennaio 1810. Nel 1811 il governo, che aveva incamerato i rami, ne fece un inventario dal quale risultava un valore di soli 106.000 franchi. Non addivenendo ad un accordo coi creditori, li mise a loro disposizione. Nel 1819 la stampa dei rami fu ripresa dai nuovi rappresentanti della calcografia: il libraio L. Lamy e lo stampatore V. Cussac, che stamparono, su prenotazione, un'edizione di "opere scelte" composta da 110 dispense mensili di 10 fogli ciascuna. Nel 1829 Lamy e Cussac decidono l'alienazione dei rami.
Nel 1835 viene annunciata la vendita all'asta dei rami in virtù di una sentenza del tribunale di commercio della Senna per il giorno di mercoledì 8 aprile 1835 all'ora di mezzogiorno. I rami messi all'asta sono conteggiati in 2.202. Era consentito esaminarne lo stato presso i giudici fallimentari. Furono acquistati dalla casa editrice Firmin-Didot che dopo averli numerati in un'unica serie ne fece una ristampa completa fino al 1839 quando, acquistati dalla Calcografia Camerale per interessamento di [[Papa Gregorio XVI]], tornarono a Roma.
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