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Entrato nell'[[esercito]], in giovane età nella Scuola Militare Nunziatella, nel [[1799]] accorse a [[Napoli]] a difesa della [[Repubblica Partenopea]]. Subendo la sconfitta contro le truppe [[Borboni|borboniche]] del [[Fabrizio Ruffo|cardinal Ruffo]], venne catturato ed esiliato in [[Francia]] dove entrò nell'[[esercito di Napoleone]] distinguendosi in molte battaglie, sia al servizio di [[Giuseppe Bonaparte]], re di Napoli, che di [[Gioacchino Murat]]. Prese parte alla rivoluzione napoletana del [[1820]], e fu sconfitto a Antrodoco, in provincia di Rieti, dagli austriaci del generale [[Johann Maria Philipp Frimont]] in quella che è ricordata la prima battaglia del risorgimento ([[7 marzo]] [[1821]]). Poi comandò il corpo spedito da [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] contro gli [[Impero austriaco|austriaci]] nel [[1848]], impegnandosi nella [[Repubblica di San Marco|difesa di Venezia]] affidatagli da [[Daniele Manin]] nel [[1848]] e [[1849]]. Nuovamente sconfitto ed esiliato emigrò a [[Parigi]] quindi rientrò in [[Italia]] passando i suoi ultimi giorni a Torino. Fu una delle più nobili figure del [[risorgimento]] italiano, celebre anche perché non solo si impegnò nei movimenti repubblicani, ma anche scrisse numerosi libri per raccontare gli eventi ed esortare ad una "lotta partigiana" per l'Italia. Fu seppellito nella chiesa di [[S.Giorgio in Larino]], ma nel [[1903]] il canonico [[Bellaroba]] ne disperse le ceneri.
 
==Bibliografia==