Leandro Arpinati: differenze tra le versioni

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Ricoprì molti incarichi anche in ambito sportivo: a cavallo tra gli anni '20 e [[Anni 1930|'30]] fu presidente del [[CONI]] e della [[FIGC]], diede il via all'importante riforma del campionato di [[calcio (sport)|calcio]] e ottenne l'organizzazione dei [[Campionato mondiale di calcio 1934|Mondiali del 1934]].<br>
 
Un episodio importante risale al 1926-27 quando Arpinati presiede la Figc: il Torino vince lo scudetto ma emerge che un dirigente del Torino aveva corrotto un giocatore della Juventus in una partita decisiva del girone finale.
LoDal scudettopunto vienedi revocatovista al Torinosportivo (e dovrebbea essereproposito assegnatodi alla[[conflitto squadradi secondainteressi]]), invale classificaforse la pena ricordare un episodio risalente al 1926-27, cioèmentre Arpinati era presidente della Figc: il Bologna,Torino vince lo scudetto ma emerge un episodio di corruzione (di un calciatore della Juventus da parte di un dirigente del Toro) provoca la revoca dello scudetto che dovrebbe essere assegnato d'ufficio al Bologna secondo in classifica. Arpinati teme però che tale assegnazione vengapossa essere giudicata di parte, essendo lui bolognese e pertanto decide per la non assegnazione del titolo in relazione a quel campionato.
 
Nei primi anni '30 s'incrinarono però i suoi rapporti con il segretario del PNF [[Achille Starace]], che lo accusò di aver organizzato lui stesso l'attentato verificatosi ai danni di Mussolini il giorno dell'inaugurazione dello Stadio di Bologna ([[31 ottobre]] [[1926]]), visto che il giovane attentatore, [[Anteo Zamboni]], era figlio di un amico di Arpinati. Fu dunque etichettato come nemico del regime e fu confinato, prima a [[Lipari]] dal [[1934]] al [[1937]] e poi nel borgo di [[Malacappa]], presso Bologna, agli arresti domiciliari. Proprio a Malacappa morì il 22 aprile del 1945, ucciso da un gruppo di partigiani antifascisti il giorno dopo la Liberazione di Bologna, nonostante avesse rifiutato l'invito, fattogli da Mussolini in persona, di aderire alla [[Repubblica di Salò]].