Leandro Arpinati: differenze tra le versioni
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Ricoprì molti incarichi anche in ambito sportivo: a cavallo tra gli anni '20 e [[Anni 1930|'30]] fu presidente del [[CONI]] e della [[FIGC]], diede il via all'importante riforma del campionato di [[calcio (sport)|calcio]] e ottenne l'organizzazione dei [[Campionato mondiale di calcio 1934|Mondiali del 1934]].<br>
Nei primi anni '30 s'incrinarono però i suoi rapporti con il segretario del PNF [[Achille Starace]], che lo accusò di aver organizzato lui stesso l'attentato verificatosi ai danni di Mussolini il giorno dell'inaugurazione dello Stadio di Bologna ([[31 ottobre]] [[1926]]), visto che il giovane attentatore, [[Anteo Zamboni]], era figlio di un amico di Arpinati. Fu dunque etichettato come nemico del regime e fu confinato, prima a [[Lipari]] dal [[1934]] al [[1937]] e poi nel borgo di [[Malacappa]], presso Bologna, agli arresti domiciliari. Proprio a Malacappa morì il 22 aprile del 1945, ucciso da un gruppo di partigiani antifascisti il giorno dopo la Liberazione di Bologna, nonostante avesse rifiutato l'invito, fattogli da Mussolini in persona, di aderire alla [[Repubblica di Salò]].
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