Testimonium Flavianum: differenze tra le versioni

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Con il nome diIl '''''testimonium flavianum''''' siè definisconol'insieme di due passi, rilevanti per il dibattito sulla [[storicità di Gesù]], contenuti nelle ''[[Antichità Giudaichegiudaiche]]'' (pubblicatadello nelstorico ebreo [[93Flavio Giuseppe]]) delloe storicorilevanti ebreoper il dibattito sulla [[Flaviostoricità Giuseppedi Gesù]]. Si tratta infatti di due paragrafi che, se autentici, sarebbero tra i primi documenti storici di origine non cristiana a menzionare [[Gesù]]: l'opera fu infatti pubblicata nel [[93]]. Tuttavia, essendo tutte le copie dell'opera pervenute fino all'epoca contemporanea, inclusa l'edizione araba recentemente scoperta, tramandate da copisti cristiani, l'autenticità del ''testimonium'' è stata disputata sin dal [[XVI secolo]].;<ref>La prima affermazione di falsità del brano è attribuita al giurista e filologo protestante [[Hubert van Giffen]] (latinizzato in [[Gifanio]], 1534–1616), sebbene le sue opere pervenute non contengano questa posizione; il primo a pubblicare una confutazione dell'autenticità del brano fu il teologo luterano [[Lucas Osiander]] (Osiandro, 1535-1604), il quale affermò che si trattava di un passo spurio (''Epitomes historiae ecclesiasticae'', ii c. 7, Tubinga, 1592).</ref> quasi tutti gli studiosi moderni affermano che il ''testimonium'' sia un passo spurio introdotto da un copista prima dell'[[XI secolo]].<ref>Uno studio su 87 articoli pubblicati nel periodo 1937-1980 riguardo il ''testimonium'' ha rivelato che «la stragande maggioranza di questi mette in dubbio la sua autenticità in tutto o in parte» (Feldman, p. 490).</ref>
 
== ''Antichità giudaiche'' e ''testimonium flavianum'' ==
{{quote|Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d’altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani.|''Antichità giudaiche'', XVIII, 63-64}}
 
[[Flavio Giuseppe]] era un nobile ebreo, membro del [[Sinedrio]] che combatté contro i Romani durante la [[prima guerra giudaica]] (66-74), per poi essere catturato e collaborare col generale e successivamente imperatore [[Tito Flavio Vespasiano]]. Trasferitosi a Roma alla corte imperiale, scrisse due opere storiche in [[lingua greca]], la ''[[Guerra giudaica (Flavio Giuseppe)|Guerra giudaica]]'' ([[75]]), in cui racconta la rivolta ebraica e la sua soppressione da parte di Vespasiano, e le ''[[Antichità giudaiche]]'' ([[93]]), in cui narra la storia del suo popolo da [[Abramo]] ai suoi tempi.
Quasi tutti gli studiosi, compresi i cattolici, affermano che questa traduzione è frutto di di un'adulterazione compiuta a posteriori da un copista. In particolare [[John Dominic Crossan]]<ref>John Dominic Crossan, ''The Historical Jesus: The Life of a Mediterranean Peasant'', 1991, ISBN 0-06-061629-6.</ref> e K.H. Rengstorff,<ref>K.H. Rengstorff, ''Complete Concordance to Flavius Josephus'', 2002.</ref> hanno fatto notare che il passaggio contiene molti indicatori intrinseci che lo rendono incoerente sia nei confronti dello stile di scrittura di Giuseppe Flavio, sia dei fatti a lui effettivamente noti, cosicché è probabile che una parte di tali passi sia stata falsificata o contenga appunto delle interpolazioni cristiane.
 
Nelle ''Antichità'' racconta della condanna a morte per lapidazione di [[Giacomo il Minore]], avvenuta nel [[62]] in questi termini:
{{quote|Anano [...] convocò il sinedrio a giudizio e vi condusse il fratello di Gesù, detto il Cristo, di nome Giacomo, e alcuni altri, accusandoli di trasgressione della legge e condannandoli alla lapidazione|Flavio Giuseppe, ''Antichità giudaiche'', xx.200}}
 
Il secondo brano, quello propriamente noto come ''testimonium flavianum'', afferma:
 
{{quote|Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d’altred'altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani.|Flavio Giuseppe, ''Antichità giudaiche'', XVIII, xviii.63-64}}
 
== Versione araba del X secolo ==
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== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* Feldman, Louis H (1989), "A Selective Critical Bibliography of Josephus", in Feldman, Louis H & Hata, Gohei, ''Josephus, the Bible, and History'', Leiden: E.J. Brill, ISBN 9004089314
 
{{portale|cristianesimo|Gesù}}