Testimonium Flavianum: differenze tra le versioni

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{{quote|Egli afferma nei trattati che ha scritto sul governo dei Giudei: «In questo tempo viveva un uomo saggio che si chiamava Gesù, e la sua condotta era irreprensibile, ed era conosciuto come un uomo virtuoso. E molti fra i Giudei e le altre nazioni divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò a essere crocifisso e morire. E quelli che erano divenuti suoi discepoli non abbandonarono la propria lealtà per lui. Essi raccontarono che egli era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione, e che egli era vivo. Di conseguenza essi credevano che egli fosse il Messia, di cui i Profeti avevano raccontato le meraviglie».|Traduzione di Shlomo Pines, citata da J.D. Crossan.}}
 
Il testo fornito da Pines deriva principalmente dalla citazione di questo brano di Agapio fatta dal successivo storico arabo-cristiano [[Al-Makin]], che contiene materiale ulteriore rispetto al manoscritto Firenze che, unico, contiene la seconda metà dell'opera di Agapio. Pines afferma che questa potrebbe essere una registrazione più accurata di quanto scritto da Giuseppe, in quanto manca di quelle parti che spesso sono state considerate interpolazioni di copisti cristiani.
La genuinità del testo sarebbe confermata da due indizi: in primo luogo un vescovo cristiano difficilmente avrebbe tolto dei giudizi lusinghieri su Gesù, se ci fossero stati. In secondo luogo anche questa versione, in seguito, definisce Giacomo "fratello di Gesù": un copista cristiano non avrebbe di certo utilizzato il termine [[fratello]], vista la polemica già in atto in seno alla Chiesa sui possibili [[fratelli di Gesù]]<ref>[[Vittorio Messori]], ''[[Ipotesi su Gesù]]'', [[Società Editrice Internazionale|SEI]], Torino, 1976, pag. 196-199.</ref>.
 
== Note ==