Publio Papinio Stazio: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|il commediografo latino|'''[[Cecilio Stazio]]'''}}
'''Publio Papinio Stazio''' ([[Napoli]], [[40]] – [[96]] [[Post Christum natum|d. C.]]) fu un [[poeta]] [[Letteratura latina|latino]].
 
== Vita ==
Figlio di un maestro di [[retorica]] (elemento non trascurabile, questo, nella sua formazione poetica), Stazio incarna - forse più di altri - la figura del poeta "professionista". Si trasferì a Roma per tentare la fortuna durante l'impero di [[Domiziano]] e, in breve tempo, effettivamente si guadagnò - nelle recitazioni pubbliche e nelle gare poetiche - il favore del pubblico e dei grandi signori, che divennero suoi protettori.
 
D'ingegno duttile e versatile, in questo primo periodo compose libretti per mimi e, oltre al suo primo [[poema epico]], la "''Tebaide''", alcune ''Silvae'', componimenti lirici di circostanza in uno stile facile ed elegante. Ma, dopo alcuni rovesci, nonostante le preghiere insistenti della moglie Claudia, una musicista, decise di abbandonare la città per far ritorno in [[Campania antica|Campania]]. Vi condusse lo stesso genere di esistenza di poeta mondano al servizio dei nobili romani, che in quella regione approdavano in massa per i loro soggiorni primaverili ed estivi.
In Napoli trovò la morte nel 96 d. C.<br/>
Stazio si può definire un letterato professionista, che visse della propria attività.
 
== Opere ==
La produzione poetica di Stazio è abbondante e comprende:
;''[[Tebaide (Stazio)|La Tebaide]]''
* "''[[La Tebaide (Stazio)|La Tebaide]]''" pubblicata nel [[92]]). È in 12 libri e narra la lotta fra i due fratelli [[Eteocle]] e [[Polinice]] per la successione in [[Tebe]] al trono di [[Edipo]] (ma anche se il tema è [[Mitologia|mitologico]], dotato di un complesso apparato divino, la vera sostanza del contenuto riporta irresistibilmente verso la ''[[Pharsalia]]'' di [[Marco Anneo Lucano|Lucano]]).<br/>In un insolito epilogo programmatico, Stazio dichiara poi di avere un modello altissimo, anche se preso coi dovuti rispetti: l'[[Eneide]], di cui le due esadi riproducono fedelmente la metà [[Odissea|odissiaca]] di preparazione e quella [[Iliade|iliadica]] di guerra.<br/>In verità, i modelli poetici sono legioni: Stazio dimostra una buona conoscenza della [[tragedia greca]] (Antimaco di Colofone e [[Eschilo]]) e forse anche di alcuni poemi ciclici o di loro riassunti. Talora (oltre che l'[[Omero]] mediato da [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]) appaiono anche modelli più insoliti: [[Euripide]], [[Apollonio Rodio]], persino [[Callimaco]] (e gli [[Alessandrinismo|alessandrini]] in genere); infine, lo stile narrativo e la [[wikt: metrica|metrica]] risentono della lezione tecnica di [[Ovidio]], mentre la sua immagine del mondo dell'influsso di [[Seneca]], da cui mutua anche, volendo, il gusto dell'orrido e la tendenza al patetico (caratteristiche comunque comuni alla letteratura del tempo).<br/>Insomma, proprio qui - ovvero nel contrasto tra fedeltà alla tradizione virgiliana e le inquietudini modernizzanti - sta il vero centro dell'ispirazione epica di Stazio. Tuttavia, nonostante tale costellazione di influssi, e nonostante l'abbondanza di episodi minuti e di "miniature" sentimentali o pittoresche, l'opera non manca affatto di unità: anzi, il difetto tipico sono piuttosto gli ossessivi "corsi e ricorsi" a motivi e atmosfere: tutta la storia risulta, ad esempio, dominata da una ferrea "necessità universale" (la cui funzione è enfatizzata in un apparato divino come detto tipicamente virgiliano), che appiattisce le cose, gli uomini e le stesse divinità (è qui che Stazio si avvicina invece più a Lucano).
:Pubblicata nel [[92]], è in 12 libri e narra la lotta fra i due fratelli [[Eteocle]] e [[Polinice]] per la successione in [[Tebe]] al trono di [[Edipo]] (ma anche se il tema è [[Mitologia|mitologico]], dotato di un complesso apparato divino, la vera sostanza del contenuto riporta irresistibilmente verso la ''[[Pharsalia]]'' di [[Marco Anneo Lucano|Lucano]]).<br/>In un insolito epilogo programmatico, Stazio dichiara poi di avere un modello altissimo, anche se preso coi dovuti rispetti: l'[[Eneide]], di cui le due esadi riproducono fedelmente la metà [[Odissea|odissiaca]] di preparazione e quella [[Iliade|iliadica]] di guerra.
:In verità, i modelli poetici sono legioni: Stazio dimostra una buona conoscenza della [[tragedia greca]] (Antimaco di Colofone e [[Eschilo]]) e forse anche di alcuni poemi ciclici o di loro riassunti. Talora (oltre che l'[[Omero]] mediato da [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]) appaiono anche modelli più insoliti: [[Euripide]], [[Apollonio Rodio]], persino [[Callimaco]] (e gli [[Alessandrinismo|alessandrini]] in genere); infine, lo stile narrativo e la [[wikt: metrica|metrica]] risentono della lezione tecnica di [[Ovidio]], mentre la sua immagine del mondo dell'influsso di [[Seneca]], da cui mutua anche, volendo, il gusto dell'orrido e la tendenza al patetico (caratteristiche comunque comuni alla letteratura del tempo).
:Insomma, proprio qui - ovvero nel contrasto tra fedeltà alla tradizione virgiliana e le inquietudini modernizzanti - sta il vero centro dell'ispirazione epica di Stazio. Tuttavia, nonostante tale costellazione di influssi, e nonostante l'abbondanza di episodi minuti e di "miniature" sentimentali o pittoresche, l'opera non manca affatto di unità: anzi, il difetto tipico sono piuttosto gli ossessivi "corsi e ricorsi" a motivi e atmosfere: tutta la storia risulta, ad esempio, dominata da una ferrea "necessità universale" (la cui funzione è enfatizzata in un apparato divino come detto tipicamente virgiliano), che appiattisce le cose, gli uomini e le stesse divinità (è qui che Stazio si avvicina invece più a Lucano).
 
;''Achilleide''
* "''L' Achilleide''", (interrotta:Interrotta all'inizio del II libro per la morte del poeta)., è un Poemapoema epico sull'educazione e le vicende della vita di [[Achille]]: ma la narrazione giunge fino alla partenza dell'eroe per [[Troia (Asia Minore)|Troia]]. Il tono è più disteso ed idillico che nella barocca "''Tebaide''", benché nell'opera tutta si evidenzi una forte accentuazione della componente [[etica]].
 
;''Silvae''
* "''Le silvae''", sono:Sono una raccolta di 32 componimenti poetici d'occasione divisi in 5 libri, per un totale di circa 3300 [[Verso|versi]]. Ciascun libro è preceduto da un'[[epistola]] dedicatoria in prosa. I primi 4 libri furono pubblicati tra il 92 e il 95; il quinto uscì probabilmente dopo la morte dell'autore. Il metro prevalente è l'[[esametro]]: dei 32 componimenti solo quattro sono in [[Endecasillabo falecio|endecasillabi faleci]], uno è un'[[ode]] [[Saffo|saffica]] e un altro è un'ode [[Alceo|alcaica]].<br/>Il titolo ''Silvae'' allude alla varietà dei contenuti della raccolta ("materiale vario"), e anche al loro stato di "abbozzo", di poesia composta con rapidità e quasi improvvisando ("materiale grezzo").<br/>Tra le poesie contenute nelle ''Silvae'' troviamo:
:Il titolo ''Silvae'' allude alla varietà dei contenuti della raccolta ("materiale vario"), e anche al loro stato di "abbozzo", di poesia composta con rapidità e quasi improvvisando ("materiale grezzo").
:Tra le poesie contenute nelle ''Silvae'' si trovano:
**[[Epicedio|epicedi]] per la morte di persone o anche di animali
**[[Epitalamio|epitalami]] (come quello per Arrunzio Stella nel libro I)
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**alcuni [[Carme (poesia)|carmi]] sono di argomento [[Autobiografia|autobiografico]]
 
;''De bello germanico''
 
* "''De bello germanico''", un:Un poema sulle imprese[[campagne militarigermaniche di Domiziano]], andato però perduto.
;''Agave''"
 
* "''L'Agave''", una:Una [[pantomima]] di successo, ricordata da [[Giovenale]].
 
==Stazio e Dante==
Premessa: [[Dante Alighieri|Dante]] lo confonde con [[Lucio Stazio Ursulo]], noto [[retore]] vissuto ai tempi di [[Nerone]] e nativo di [[Tolosa]]. La confusione risale a poeti latini come [[Sansan GerolamoGirolamo]] e [[Fulgenzio]].
 
Stazio compare nella [[Divina Commedia]] come accompagnatore di Dante assieme a Virgilio nel [[Purgatorio - Canto ventunesimo|canto XXI del Purgatorio]]. Dante infatti, come tutti i suoi [[wikt:contemporaneo|contemporanei]], credeva che il poeta si fosse convertito al [[Cristianesimo]], da vero discepolo di Virgilio, che il Medioevo considerava precursore e [[profeta]] dell'avvento di [[Cristo]].
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==Altri progetti==
{{Interprogetto|s=Autore:Publio Papinio Stazio}}
 
 
{{Portale|letteratura}}