Battaglia di Zenta: differenze tra le versioni
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==La situazione prima della battaglia==
L'[[Impero ottomano]] aveva iniziato le ostilità contro l'impero asburgico un anno dopo la scadenza del [[pace di Eisenburg|trattato di pace di Eisenburg]]. Il [[sultano]] [[Mehmet IV]] aveva affidato la guida dell'esercito turco ad un nuovo comandante in capo [[Kara Mustafa]] che cercò per la seconda volta (dopo l'[[assedio di Vienna (1529)|assedio di Vienna del 1529]], di occupare [[Vienna]] e quindi trovarsi così spalancata la porta dell'Europa centrale, iniziando così una [[Guerra austro-turca (1683–1699)|nuova guerra con l'impero asburgico]]. Dopo la sconfitta dei [[Turchi]] nel secondo tentativo di assedio della città di [[Battaglia di Vienna|Vienna]] ([[1683]]) e la successiva offensiva austriaca che aveva portato alla conquista da parte dell'[[Austria]] di [[Budapest]] nel periodo [[1684]]-[[1685]], alla vittoria di [[battaglia di Mohács (1687)|Mohács]] nel [[1687]] ed alla conquista di [[Belgrado]] nel [[1688]] <ref>Eugenio di Savoia aveva partecipato, giovane alle prime armi, alla liberazione di Vienna e, come generale appena venticinquenne, sotto il comando del grande elettore [[Massimiliano II Emanuele di Baviera]], alla conquista di Belgrado.</ref>, la guerra di successione del [[Palatinato]] consentì ai Turchi di riconquistare Belgrado, città dalla quale l'esercito ottomano al comando dello stesso Mustafa II, forte di circa 100.000 uomini, si mosse nuovamente verso Vienna.<br/>
Si trattava di un'armata poderosa, in cui campeggiava il temibilissimo corpo dei [[Giannizzeri]] e la cavalleria ''[[Spahi]]'', oltre naturalmente ad un cospicuo numero di pezzi di [[artiglieria]]. Il comando dell'armata austriaca dell'[[Ungheria]], dopo essere stato a lungo nelle mani del [[margravio]] del Baden, [[Luigi Guglielmo]], era stato appena assegnato al principe elettore di [[Sassonia]], [[Federico Augusto I di Sassonia| Federico Augusto I]], quando questi fu chiamato sul trono [[Polonia|polacco]], cosicché il comando fu affidato, ai primi di luglio del [[1697]], al neo [[Feldmaresciallo]] [[Eugenio di Savoia]], sul quale espresse parere favorevole anche l'allora presidente del Consiglio Aulico, conte [[Rüdiger von Starhemberg]], famoso ed autorevole per aver difeso Vienna durante l'assedio turco.<br/>
La situazione dell'armata era pessima: essa era composta prevalentemente da mercenari, molti dei quali arruolati contro la loro volontà o addirittura scelti fra delinquenti comuni. Inoltre, le paghe previste erano in cronico ritardo di mesi e mesi e quindi l'entusiasmo o lo spirito di obbedienza e sacrificio erano ridotti al lumicino. Eugenio di Savoia conosceva già questa situazione per averla sperimentata durante la campagna italiana nel corso della [[Guerra di Successione spagnola]]. Dell'organico previsto per l'armata, ottantamila uomini, erano disponibili solo poco più di trentamila, la cassa dell'armata vuota, il sistema di vettovagliamento penoso. Così il principe di [[Casa Savoia|Savoia]], per poter almeno iniziare la campagna, dovette anticipare di tasca propria gran parte delle spese necessarie al sostentamento logistico delle sue truppe.<br/>
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