Cancelliere: differenze tra le versioni
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Nel [[Medio evo]] e in epoca successiva il cancelliere era il funzionario al quale era affidata la custodia del sigillo ufficiale di un [[sovrano]], signore, [[vescovo]], [[comune (storia)|comune]] o di altre istituzioni e curava la redazione e il rilascio dei documenti ufficiali. Alla cancelleria erano addetti i ''notai'' (latino: ''notarii'', sing. ''notarius'') che si occupavano della redazione dei documenti ufficiali. Potevano anche esserci più cancellieri, con a capo un ''gran cancelliere'' o ''arcicancelliere''<ref>Talvolta, peraltro, questi titoli venivano usati anche quando c'era un solo cancelliere, per motivi onorifici</ref>. I cancellieri dei sovrani e dei signori erano normalmente di estrazione ecclesiastica. In certi casi queste figure finirono per assumere un ruolo di maggior potere, fino a divenire la più alta carica dopo il sovrano<ref>Per questo motivo si usa tradurre con “cancelliere” il titolo attribuito alla più alta carica dopo quella del sovrano in altri sistemi politici del passato, ad esempio il 丞相 (Cheng Xiang) o 宰相 (Zai Xiang) dell'[[Impero cinese]].</ref>.
A Venezia non è possibile stabilire con precisione l'anno in cui fu istituita la Cancelleria Ducale e quindi anche la carica di Cancellier Grande, la più alta a cui potesse aspirare la classe dei cittadini originari, della quale quindi egli poteva considerarsi il capo, così come rispetto ai patrizi lo era il Doge. Si può dire solamente che il primo Cancellier Grande ricordato nelle antiche memorie è Corrado De Ducati del 1268.
Veniva eletto dal Maggior Consiglio e godeva di prerogative eccezionali, come la precedenza su tutti i Magistrati, eccettuati i Consiglieri e i Procuratori di S. Marco, e perfino sugli stessi parenti del Doge, col quale aveva comune il privilegio di poter rimaner coperto ; il titolo di Eccellenza; la veste ducale di porpora ; l'ingresso in tutti i Consigli, senza però voto deliberativo ; funerali pubblici imponenti.
Aveva la soprintendenza sulla Cancelleria Ducale — e perciò anche sulla Secreta che ne formava una sezione — e quindi aveva l'obbligo della custodia delle leggi e degli archivi costituzionali della Repubblica, del loro ordinamento, della trascrizione e rubricazione degli atti ecc. Da lui dipendevano il Reggente e Vice-Reggente della Cancelleria e i Segretari di Cancelleria fra i quali egli sceglieva quelli che dovevano essere destinati presso le varie magistrature. Altre sue incombenze e potestà erano: la conservazione dei registri dei voti per l'elezione alle varie cariche e la proclamazione degli eletti in Maggior Consiglio, in Senato, in Consiglio dei Dieci e nella Sala degli Scrutini; la compilazione dell'elenco dei senatori che non potevano partecipare alle sedute nelle quali si trattavano gli affari riguardanti Roma; la nomina dei notai, il cui Collegio egli presiedeva insieme coi due Cancellieri Inferiori.
E' da osservare che egli era anche il depositario dei trattati colle potenze estere, i quali venivano custoditi in Secreta in apposito armadio di cui egli solo possedeva le chiavi. Alla sua morte venivano celebrati imponenti funerali di Stato, uguali al Doge o al Patriarca della Repubblica.
In particolare, nel [[Sacro Romano Impero]] vi erano tre ''arcicancellieri'', uno per i territori germanici, uno (istituito nel [[962]]) per il ''Regnum Italicum'' e uno (istituito nel [[1032]]) per il Regno dei Burgundi; gli uffici spettavano, rispettivamente, all'Arcivescovo di [[Magonza]], all'Arcivescovo di [[Colonia (Germania)|Colonia]] (che lo esercitava per mezzo di delegati, trovandosi al di fuori del territorio italiano) e all'Arcivescovo di [[Treviri]]. Con la [[Bolla d'Oro]] del 1356 fu confermata la tripartizione della cancelleria ma le funzioni furono concentrate nell'Arcivescovo di Magonza, che era anche [[principe elettore]] dell'Impero. Nel [[1803]] il titolo di arcicancelliere passò al principe elettore laico di Magonza per scomparire con la dissoluzione dell'Impero nel [[1806]].
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