Colli PL 2C Aerauto: differenze tra le versioni

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Progettato dall'ing. [[Luigi Pellarini]], con la collaborazione dell'Ing. Amilcare Porro, venne realizzato dalla "[[Carrozzeria Colli]]" di [[Milano]], già nota per le pregevoli trasformazioni di autovetture [[Alfa Romeo]] e [[Fiat]], e presentato alla stampa nell'agosto del [[1946]].
 
Il velivolo èera costruito interamente in [[metallo]] ed èera dotato di ali ripiegabili che ne riduconoriducevano la larghezza a soli due [[metro|metri]], consentendo l'eventuale ricovero in una normale autorimessa. Inoltre, sfruttando la spinta dell'[[elica]], èera in grado di muoversi sulle [[strada|strade]] per brevi percorrenze.
 
Spinto da un [[motore|propulsore]] Walter Mikron della [[potenza (fisica)|potenza]] di 60 [[cavallo vapore|CV]], sistemato posteriormente alla [[carlinga]], il "'''PL C2'''" era un aereo/auto biposto in grado di raggiungere la [[velocità]] di 190 [[chilometro orario|km/h]], con consumi paragonabili a quelli di un'[[automobile]].
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Sia l'azienda costruttrice che il progettista investirono ingenti risorse per lo sviluppo e la regolarizzazione del velivolo.
Nel corso degli anni seguenti, l'originario progetto venne sviluppato dando origine alla seconda e più evoluta "aerautoAerauto", la PL 3C, dotata di motore più potente, sempre un Walter Mikron ma da 80 HP.
Incoraggiato dal collaudo positivo del prototipo, Pellarini creò una società, la Aernova, e si ingengòingegnò per trasmettere i risultati delle prove precedentoiprecedenti sull'"Aer 1", che si differenziava dalle precedenti aerautoAerauto per l'ala alta a gabbiano, il carrello fisso con ruota anteriore carenata e il motore Continental.
L'ulteriore (e ultima) evoluzione dell'Aerauto fu la PL 5C, che vide la luce nel [[1949]], grazie alla collaborazione finanziaria di un gruppo di industriali, rountiriuniti nella nuova società per azioni "Aerauto".
Questa evoluzione dell'ibrido auto-velivolo venne costruito sempre dalla carrozzeria Colli, ma nei più ampi locali degli stabilimenti Magni Aviazione a Taliedo. Era
La dotatoPL C5 era dotata di un motore più potente, un boxer quattro cilindri Continental da 125 HP, aveva una lunghezza di 6,30 m. e un'apertura alare di 9,80 m.. capace
Capace di una velocità di crociera in aria di 160 km/h e su strada di 70 km/h, aveva un'autonomia di volo di 600 km.
Immatricolato I-AUTO, e dopoDopo aver superato con successo i previsti collaudi pilotatacon dallil pilotaggio dell'ing. Vaghi, l'Aerauto fu immatricolata I-AUTO, e tra il Natale del 1949 e i primi giorni del 1950, l'Aerauto compì un giro dimostrativo in molte città italiane: un vero e proprio "Giro d'Italia"di 4000 km, di cui 1800 in volo, sponsorizzato dalla "Millefiori Cucchi", casa produttrice dell'omonimo e famoso liquore.
Pilotata da Leonardo Bonzi e Maner Lualdi, l'Aerauto atterrava nelle zone periferiche e raggiungeva glii abitaticentri città dopo aver ripiegato le ali, dimostrando a tutti le potenzialità di poter fungere da vera "'''Aerauto'''", metà aereo e metà automobile.
Purtroppo, il velivolo non ebbe il seguito commerciale sperato ed il suo sviluppo, ormai alle fasi conclusive, venne sospeso per essere definitivamente abbandonato nel [[1953]], dopo la rinuncia dell'[[Esercito Italiano]] che, in un primo tempo, aveva mostrato interesse al prototipo, alimentando le speranze del costruttore in una fornitura militare. Anche: l'impossibilità di poter venire immatricolata come automobile per l'assenza della retromarcia e delle luci di posizione regolamentari fu un ostacolo alloinsormontabile al suo sviluppo dell'Aerauto. La società si sciolse e Pellarini, amareggiato per l'insuccesso, di trasferì in Australia.
Anche se la sua evoluzione era ormai alle fasi conclusive, il progetto Aerauto venne sospeso per essere definitivamente abbandonato nel [[1953]], dopo la rinuncia dell'[[Esercito Italiano]] che, in un primo tempo, aveva mostrato interesse al prototipo, alimentando le speranze del costruttore almeno per una fornitura militare. La società si sciolse e Pellarini, amareggiato per l'insuccesso, si trasferì in Australia.
Tuttavia, il forte clamore mediatico, suscitato dalle prove dimostrative e dai giornali, portò alla "Carrozzeria Colli" una forte notorietà che contribuì non poco a far incrementare le vendite dei suoi prodotti automobilistici.
 
DeDei due esemplari costruiti uno venne demolito, e l'altro rimase molti anni abbandonato in un hangar all'aeroporto di Bresso, finché non venne distrutto da un incendio negli anni 70.
 
==Bibliografia==