Colli PL 2C Aerauto: differenze tra le versioni
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Sia l'azienda costruttrice che il progettista investirono ingenti risorse per lo sviluppo e la regolarizzazione del velivolo.
Nel corso degli anni seguenti, l'originario progetto venne sviluppato dando origine alla seconda e più evoluta
Incoraggiato dal collaudo positivo del prototipo, Pellarini creò una società, la Aernova, e si ingegnò per trasmettere i risultati delle prove precedenti sull'"Aer 1", che si differenziava dalle precedenti Aerauto per l'ala alta a gabbiano, il carrello fisso con ruota anteriore carenata e il motore Continental.▼
L'ulteriore (e ultima) evoluzione dell'Aerauto fu la PL 5C, che vide la luce nel [[1949]], grazie alla collaborazione finanziaria di un gruppo di industriali, riuniti nella nuova società per azioni "Aerauto". ▼
▲Incoraggiato dal collaudo positivo del prototipo, Pellarini creò una società, la Aernova, e si ingegnò per trasmettere i risultati delle prove precedenti sull'"Aer 1", che si differenziava dalle precedenti Aerauto per l'ala alta a gabbiano, il carrello fisso con ruota anteriore carenata e il motore [[Teledyne Continental Motors|Continental]].
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Dopo aver superato con successo i previsti collaudi con il pilotaggio dell'ing. Vaghi, l'Aerauto fu immatricolata I-AUTO, e tra il Natale del 1949 e i primi giorni del 1950, compì un giro dimostrativo in molte città italiane: un vero e proprio "Giro d'Italia"di 4000 km, di cui 1800 in volo, sponsorizzato dalla "Millefiori Cucchi", casa produttrice dell'omonimo liquore.▼
La "PL C5" era dotata di un [[Motore a cilindri contrapposti|motore boxer]] quadricilindrico Continental da 125 CV. Con una una lunghezza di 6,30 [[Metro|m]] e un'apertura alare di 9,80 m, poteva raggiungere le velocità di crociera di 160 km/h in aria e di 70 km/h su strada, disponendo dell'autonomia di volo di 600 km.
▲Dopo aver superato con successo i previsti collaudi con il pilotaggio dell'ing. Vaghi, l'Aerauto fu immatricolata I-AUTO, e tra il
Pilotata da Leonardo Bonzi e Maner Lualdi, l'Aerauto atterrava nelle zone periferiche e raggiungeva i centri città dopo aver ripiegato le ali, dimostrando a tutti le potenzialità di poter fungere da vera "'''Aerauto'''", metà aereo e metà automobile.
Anche se la sua evoluzione era ormai alle fasi conclusive, il progetto Aerauto venne sospeso per essere definitivamente abbandonato nel [[1953]], dopo la rinuncia dell'[[Esercito Italiano]] che, in un primo tempo, aveva mostrato interesse al prototipo, alimentando le speranze del costruttore almeno per una fornitura militare. La società si sciolse e Pellarini, amareggiato per l'insuccesso, si trasferì in Australia.▼
▲Anche se la
Tuttavia, il forte clamore mediatico, suscitato dalle prove dimostrative e dai giornali, portò alla "Carrozzeria Colli" una forte notorietà che contribuì non poco a far incrementare le vendite dei suoi prodotti automobilistici.
Dei due esemplari costruiti uno venne demolito, e l'altro rimase molti anni abbandonato in un hangar all'[[aeroporto di Bresso]], finché non venne distrutto da un incendio negli [[anni 1970|anni '70]].
==Bibliografia==
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