Carlo Gesualdo: differenze tra le versioni

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== Storia di una tela ==
Il convento dei Cappuccini, comprende invece un edificio (gravemente danneggiato dal sisma del [[23 novembre]] [[1980]], ristrutturato ed inaugurato il [[6 giugno]] [[2004]]), un grande giardino e la chiesa di S. Maria delle Grazie nella quale si trova l'imponente tela (481cm x 310 cm) intitolata "Il perdono di Carlo Gesualdo", di [[Giovanni Balducci]] e aiuti, [[1609]].
 
http://www.webscuola.it/Progetti2000/461/images/gesualdo.jpg
 
La tela è stata restaurata ed è stata riportata a Gesualdo nella suddetta chiesa al suo originario posto. Nella tela si osserva ad un lato l'immagine del principe che, in ginocchio, con le mani congiunte in atto di preghiera e accompagnato dallo zio Carlo Borromeo (poi santo), chiede perdono per il duplice assassinio a Cristo giudicante con l'intercessione della Vergine, di S. Michele, S. Francesco, S. Domenico, S. Caterina e della Maddalena. Di fronte al principe vi è la moglie Eleonora d'Este, anch'ella in ginocchio, in atto di preghiera. A centro è raffigurato con le ali di un angioletto, il piccolo Alfonsino, morto nel [[1600]] in tenera età. Allargando l'orizzonte si può ritenere che la tela votiva raffiguri la richiesta di perdono per tutta l'umanità peccatrice, così come il principe musicista nel [[1585]] scriveva nel suo primo mottetto ''Ne reminiscaris, Domine, delicta nostra'' (Perdona, Signore, i nostri peccati).