L'aspetto meno noto del panorama dell'architettura partenopea è la nuova concezione architettonica [[novecento|novecentesca]], nata dopo la maniera del [[Liberty]] e dell'[[eclettismo]].
In questo periodo, gli architetti napoletani si schierano tra i [[Razionalismo italiano|Razionalisti]] e tra i [[Monumentalismo|Monumetalisti]] mentre, la presenza di architetti venuti da fuori, progettano importanti edifici: come ad esempio [[Marcello Piacentini]] che progetterà la sede del [[Palazzo del Banco di Napoli|Banco di Napoli]] in [[Via Toledo]] e [[Armando Brasini]] che opererà nella zona del rione [[Carità]]-[[San Giuseppe]],; o ancora, [[Giuseppe Vaccaro]] e [[Gino Franzi]] che vinceranno il concorso per il nuovo [[Palazzo delle Poste (Napoli)|Palazzo delle Poste]]. Quest'ultimo edificio in particolare, si presenterà come un vero e proprio manifesto dell'[[architettura funzionalista]] e [[Razionalismo italiano|raziononalista]] della città.
Altre opere sono invece affidate a valenti architetti che lavorano alle dipendenze della propaganda fascista come [[Marcello Canino]], [[Ferdinando Chiaromonte]] e [[Camillo Guerra (ingegnere)|Camillo Guerra]] mentre, i razionalisti, progettano anche dei complessi periferici; i più noti sono [[Giulio De Luca]], [[Carlo Cocchia]] e [[Luigi Cosenza]],; quest'ultimo, sarà il più attivo dei tre nel periodo antecedente la [[seconda guerra mondiale|guerra]]. [[Luigi Cosenza|Cosenza]] progetterà sia edifici pubblici che privati: le sue ville a [[Posillipo]] sono soltanto un esempio, mentre, un'altra sua pregevole opera razionalista è il [[Mercato ittico di Napoli|Mercato Ittico]] nella zona sud.
[[Carlo Cocchia|Cocchia]] e [[Giulio De Luca|De Luca]] saranno i realizzatori della [[Mostra d'Oltremare]],: l'enorme complesso di 720.000 m², comprendente edifici, padiglioni espositivi, teatri, fontane e giardini,; la struttura monumentale verrà innauguratoinnaugurata nel [[1940]] e ripristinata negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] dagli stessi progettisti. Ricordiamo che, nel [[1959]], l'architetto Cocchia progettòprogetterà anche lo [[Stadio San Paolo]], nelche [[1959]]in eseguito danneggiatosarà indeturpato seguitodurante aii [[Campionato mondiale di calcio|Mondiali]] del [[Campionato mondiale di calcio 1990|1990]]; precisamente, nel giorni in dovecui l'[[Nazionale di calcio dell'Italia|Italia]] perse ai rigori contro l'[[Nazionale di calcio dell'Argentina|Argentina]].
[[Luigi Cosenza]], sarà anch'egli attivo nel dopoguerra, che lo vedrà impegnato
in un piano particolareggiato per l'area industriale e commerciale, situata nella zona compresa tra [[Fuorigrotta]] e [[Bagnoli]]. Viene di nuovo ricostruita la [[Mostra d'Oltremare]] e i complessi industriali di [[Bagnoli]] e, con i progetti [[INA-Casa]] e [[Istituto Autonomo Case Popolari|IACP]] viene impiegato, per la ricostruzione delle periferie, un'ingente numero di architetti razionalisti: proprio. inIn questo periodo verranno progettati i migliori esempi di architettura razionale, quelli intervenuti sono: [[Francesco Di Salvo|Franz Di Salvo]], [[Eirene Sbrizolo]], [[Alfredo Sbrizolo]], [[Gerardo Mazziotti]], [[Elio Lo Cicero]], ecc. sono solo alcuni tra i realizzatori in questione.
Durante la [[speculazione edilizia]] di [[Achille Lauro]] vengono saccheggiate molte aree agricole destinate a diventare grossi quartieri satelliti dell'estrema periferia di Napoli; i progetti urbanistici vengono redatti dagli stessi architetti sopracitati, che lavorano sempre in gruppo, e suddividendo la progettazione in lotti.
Negli [[anni settanta]] vengono avviati i nuovi cantieri della [[metropolitana di Napoli|metropolitana]] doveche, alla sua realizzazione, intervenneroparteciparono anchesia architettiingegneri edche ingegneriarchitetti. In principio le stazioni dei [[Colli Aminei]], Medaglie d'Oro e [[Luigi Vanvitelli|Vanvitelli]] vennero affidate a [[Michele Capobianco]] mentre, oggi, i lavori e le ampliazioni sono affidati ad architetti di fama internazionale.
NegliInoltre, ricordiamo che negli [[anni ottanta]], nella zona orientale della città, viene realizzato il [[Centro direzionale di Napoli|Centro Direzionale]] su progetto urbanistico di [[Kenzo Tange]]; il resto è invece opera di architetti napoletani della nuova generazione come [[Massimo Pica Ciamarra]], [[Nicola Pagliara]], [[Alberto Izzo]] e altri, nel CDN c'è anche un'edificio di [[Renzo Piano]] e il grattacielo più alto d'[[Italia]]: la [[Torre Telecom Italia]].
Da non sottovalutare anche la [[Zona ospedaliera (Zona di Napoli)|Zona ospedaliera]] dove sono riuniti i pricipali complessi sanitari deldella capoluogometropoli. L'ospedale [[Antonio Cardarelli|Cardarelli]] e il [[Vincenzo Monaldi|Monaldi]] rappresentano un'esuberante accademismo degli [[anni trenta]], mentre, il Cutugno di [[Giulio De Luca]] è un pregevole esempio di [[architettura organica]]. Infine, il Nuovo [[Policlinico]] di [[Carlo Cocchia]] e aiuti rappresenta un esempio di [[architettura brutalista]].
===Strutture ricreative===
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