Guerra civile romana (49-45 a.C.): differenze tra le versioni
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Nel tragitto, Cesare espugnò Gonfi e ricevette la resa di Metropoli con le relative forniture di vettovaglie e finanziamenti. Il [[29 luglio]] del [[48 a.C.]] Cesare arrivò sulla piana di Farsalo. Due giorni dopo vi giunse Pompeo che aveva ricevuto anche le truppe portategli da Scipione. Pompeo tentava di stancare le ridotte forze di Cesare e contestualmente risparmiare le forze senatorie con un'azione di logoramento consistente in una serie di finte e brevi spostamenti. I nobili presenti nell'entourage di Pompeo, tanto sicuri della vittoria da litigare per i futuri posti eccellenti nella politica dell'Urbe, gli forzarono la mano e lo convinsero ad affrontare Cesare in campo aperto.
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Era il [[9 agosto]] e i due eserciti romani si scontrarono nella decisiva [[battaglia di Farsalo|Farsalo]]: le forze pompeiane furono rovinosamente sconfitte (le perdite di Cesare furono appena 1.200, mentre 6.000 furono i morti pompeiani e 24.000 quelli fatti prigionieri). I prigionieri furono graziati dal vincitore. Molti pompeiani ripararono in [[Spagna]] e in Africa. Pompeo tentò di raggiungere la Provincia di Africa che giuba aveva mantenuto a Pompeo e dove si erano rifugiati molti ''optimates'' fra cui Catone. Pompeo raggiunge prima a Larissa e poi ad Anfipoli, poi Mitilene. Antiochia gli chiude le porte. Rodi non lo accoglie. Infine il fuggiasco rifugiò a Pelusio, in Egitto ma la sua sorte era segnata. [[Potino]] il massimo consigliere del re [[Tolomeo XIII|Tolomeo]] lo fece uccidere da [[Achilla (generale)|Achilla]] scortato, per non far destare dubbi, dal tribuno [[Lucio Settimio]] (ex centurione di Pompeo contro i pirati nel 67 a.C.).
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