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Nel periodo tardo antico, con la legalizzazione del culto cristiano, si diffondono rappresentazioni dirette di Cristo, inizialmente raffigurato come giovane imberbe. Successivamente questa raffigurazione scompare, e Gesù viene costantemente rappresentato fino ai giorni nostri come uomo barbuto e dai capelli lunghi. Probabilmente questa immagine fu ricalcata sul [[Mandylion]], immagine di Cristo "non dipinta da mano d'uomo" che almeno dal [[VI secolo]] si conservava dapprima ad [[Edessa_(Mesopotamia)|Edessa]] e poi a [[Costantinopoli]] fino a circa il 1200: alcuni ritengono che il Mandylion fosse lo stesso telo che oggi è chiamato [[Sacra Sindone]] e che, se autentico, costituirebbe una vera e propria "fotografia" di Gesù.
 
L'eta bizantina vede una decisa fissazione dell'iconografia cristiana, anche a seguito della disputa sull'[[iconoclastia]] che porta ad una rigida codificazione della pittura di icone e su parete. Nell'[[Alto Medioevo]] la tradizione bizantina avrà una fortissima autorità anche in Occidente.
 
La più forte rottura fra Oriente e Occidente avrà luogo nel rinascimento (per [[Giorgio Vasari]] il pittore che tradusse la pittura dal greco al latino fu [[Giotto]]). In quest'epoca la figura di Gesù si laicizza e diventa il prototipo dell'uomo perfetto. Tale visione avrà il suo massimo esponente in [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], che però si concentrò anche sulla rappresentazione di Cristo morto nelle pietà. Da notare che il mezzo espressivo prediletto era la scultura su marmo, cioè una forma d'arte non tradizionale per la figurazione cristiana, più legata alla pittura.