<small>Fra il [[1943]] ed il [[1945]] in Italia furono istituite le famigerate '''ville tristi''', ossia dei luogiluoghi chiusi (a differenza dei campi e delle colonie che avevano un ampio spazio esterno) di tipo carcerario interni alle città. Le ville tristi erano, nella migliore delle ipotesi, una sorta di precampo, ossia un luogo dove interrogare e torturare le persone prima di spedirle al confino o in un [[lager]]. Nel peggiore dei casi la villa triste serviva esclusivamente per interrogare, torturare, ridurre alla fame ed uccidere i detenuti. La gestione di queste carceri era affidata sia alla [[Gestapo]] (il famigerato „braccio tedesco“) che all’amministrazione italiana.</small>