Repubblica Sociale Italiana: differenze tra le versioni

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Il [[25 luglio]] [[1943]] il [[Gran Consiglio del Fascismo]], organismo costituzionale e direttorio politico del [[PNF]], con l'[[s:Ordine del giorno Grandi|Ordine del Giorno Grandi]] aveva invitato Mussolini ''«a pregare la Maestà del Re [...] affinché Egli voglia, per l'onore e la salvezza della Patria, assumere – con l'effettivo comando delle Forze Armate [...] – quella suprema iniziativa di decisione che le nostre istituzioni a Lui attribuiscono e che sono sempre state [...] il retaggio glorioso della nostra Augusta Dinastia di Savoia».'' Nell'approvazione dell'o.d.g. c'era stato il voto, se non decisivo almeno assai significativo, di [[Galeazzo Ciano]], Ministro degli Esteri e genero del Duce, e di [[Dino Grandi]], il raffinato intellettuale e diplomatico che aveva rappresentato nel mondo il prestigio dell'Italia fascista.
 
Nel pomeriggio dello stesso 25 luglio Mussolini era stato ricevuto dal Re nella sua residenza di Villa Ada. Dopo un breve colloquio (il cui contenuto è sempre rimasto misterioso), che si era concluso con la richiesta delle dimissioni da Capo del Governo, Mussolini fu arrestato e condotto alla caserma dei Carabinieri di via Legnano, dove dormì tre notti. Non fu trasferito nella sua residenza di [[Rocca delle Caminate]], come egli stesso sperava, ma dal [[28 luglio]] sull'[[Ponza (isola)|isola di Ponza]], dal [[7 agosto]] sull'[[Maddalena (isola)|isola della Maddalena]] e infine dal [[28 agosto]] ai piedi del [[Gran Sasso]] per poi salire il [[3 settembre]] a [[Campo Imperatore]] dove ebberestò, unacontrollato scorta dida 250 Carabinieri e Guardie di Pubblica Sicurezza, sino alla liberazione da parte di paracadutistiParacadutisti tedeschi.
 
Al posto di Mussolini il Re aveva nominato [[Pietro Badoglio]] il quale subito aveva sedato l'euforia popolare e spente le speranze di pace, eventualmente connesse alla caduta del capo del fascismo, con il famoso [[s:Proclami del 25 luglio 1943|proclama]] radiofonico caratterizzato dall'impegno: "La guerra continua".