Jean-Paul Sartre: differenze tra le versioni

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{{quote| Questa libertà, che si rivela nell'angoscia, può caratterizzarsi con l'esistenza di quel ''niente'' che si insinua tra i motivi e l'atto. Non già ''perché'' sono libero, il mio atto sfugge alla determinazione dei motivi, ma, al contrario, il carattere inefficiente dei motivi è condizione della mia libertà. E se si domanda qual'è questo ''niente'' che fonda la libertà, risponderemo che non si può dscriverlo perché ''non è'', ma si può almeno indicarne il senso, in quanto questo niente ''è stato'' per l'essere umano nei suoi rapporti con se stesso. Corrisponde alla necessità per il motivo di non apparire come motivo altro che come correlazione di una coscienza "di" motivo. In una parola, poiché rimunciamo all'ipotesi dei contenuti di coscienza, dobbiamo riconoscere che non vi sono motivi "nella" coscienza ma solo "per" la coscienza. E per il fatto stesso che il motivo non può sorgere come apparizione, si costituisce da sé come inefficace. | ''L'essere e il nulla'', Il Saggiatore, Milano 1965, pp.69-70 }}
 
Dopo la [[seconda guerra mondiale]], insieme alla cospicua produzione di opere drammaturgiche di alto livello, l'attenzione di Sartre si rivolge all'azione politica. Ma si può dire che in esse esistenzialismo e politica trovino la loro sintesi imntellettuale. Egli si avvicina al [[comunismo]] benché non si sia mai iscritto al [[partito comunista]]. Con la definitiva adesione al comunismo, Sartre si mette decisamente in gioco a favore di questo e dà inizio a un suo ruolo di ''engagé'' che farà da modello a molti intellettuali di sinistra tra gli anni '50 e '80. Il resto della sua vita è segnato dal tentativo di riconciliare le idee esistenzialistiche con i principi del [[marxismo]], convinto che le forze socio-economiche determinino il corso dell'esistenza umana e che il riscatto economico per la classe operaia possa divntare anche culturale.
In questi anni Sartre stringe anche amicizia con un giovano cambogiano di nome Saloth Sar con cui condivide la militanza nel Partito Comunista Francese che diverrà poi noto alle cronache molti anni dopo con il nome di battaglia di Pol Pot capo dei guerriglieri Kehmer Rossi e presidente della Kampuchea Democratica dal 1975 al 1979.