Idi di marzo (Valerio Massimo Manfredi): differenze tra le versioni
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Roma, inizi di marzo del 44 avanti Cristo. Caio Giulio Cesare, il Pontifex Maximus e dittatore perpetuo che ha assoggettato il mondo alla legge romana, è un uomo di cinquantasei anni, solo in apparenza nel pieno della sua prestanza fisica e psichica. In realtà è stanco e malato, una belva fiaccata e rinchiusa nella gabbia dei propri incubi spaventosi. La missione di cui si sente investito - chiudere la sanguinosa stagione delle guerre fratricide, riconciliare le fazioni, salvare il mondo e la civiltà di Roma - vacilla paurosamente sotto i colpi martellanti e subdoli dei complotti di palazzo, orditi da chi vede in lui il tiranno efferato, colpevole, dopo lo strappo del Rubicone, di aver messo per sempre fine alla libertà della repubblica.
Ma la congiura incalza implacabile e mentre Publio Sestio, il più fedele legionario di Cesare, compagno di mille battaglie, si lancia lungo le strade che portano a Roma in una spasmodica corsa contro il tempo per tentare di salvargli la vita, vanno in ufmo uno dopop l'altro anche gli sorzi delle persone che gli sono care per ferare il suo destino risultano vani. I presagi, tra i quali quello della moglie Calpurnia, si compiranno, le Idi di marzo deflagreranno e il mondo non sarà più lo stesso.
==Voci correlate==
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