Moniego: differenze tra le versioni

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Moniego è attraversato ai confini da un canale di nome Draganziolo lungo il quale è stata costituita una riserva e parco naturale protetto dal [[WWF]]. Qui vi abitano varie specie di piante e di animali che rendono la flora del parco [[Draganziolo]] una zona molto frequentata per tranquillità e naturalità.
 
==Storia della parrocchia==
==Parrocchia==
La Parrocchia di Moniego fu fondata nel [[XII secolo]] (purtroppo non si trovano i documenti che ne testimoniano l'erezione), facente parte, fino al [[1751]], data della sua soppressione, del [[Patriarcato di Aquileia]]. Assegnata alla [[Diocesi di Udine]], nel [[1818]] su richiesta dell'allora arciprete di Noale (e futuro vescovo di Treviso) Sebastiano Soldati a Papa Pio VII la parrocchia fu assegnata alla [[Diocesi di Treviso]], sotto la cui giurisdizione ecclesiastica tuttora sussite.
La parrocchia è intitolata alla B.Vergine Maria Annunciata (data della solennità 25 marzo) e a Sant'Urbano, papa e martire (la sua memoria cade, secondo il Martirologio Romano del 2004, il 19 maggio), molto viva e sentita tra la popolazione è la memoria di San Valentino, presbitero e martire, che, notoriamente, cade il 14 febbraio.
L'attuale Chiesa è stata dedicata il 25 marzo 1321 dal Patriarca di Aquileia Pagano Della Torre; fu restaurata a fine del XV secolo (costruita la cupola e ampliata l'area presbiterale) dall'allora parroco fra' Gregorio da Scutari (era un frate francescano minore). Ogni secolo ha lasciato all'interno della Chiesa la sua traccia: per esempio i due altari laterali tuttora dedicati al Crocifisso e alla "Madonna del Pan" sono di fattura tardo XVI secolo (inizio XVII).
Splendido è il coro ligneo che si trova nelle pareti del presbiterio, commissionato verso il 1450, come la porta che immette nella cappella Grimani, che al suo interno è decorata con affreschi di qualità non così scadente. In detta cappella (usata per le Celebrazioni feriali invernali) si trova una lapide marmorea datata al XIII secolo che insieme alla porta della cosidetta cassaforte (XIV secolo) e ai su citati affreschi fa di questa piccola cappella una piccola gemma della magnifica corona che è la Parrocchiale.
L'altare maggiore, dove vi è il Tabernacolo con la riserva Eucaristica, è sormontato da una pala raffigurante l'evento dell'Annunciazione con due appendici a destra e a sinistra raffiguranti i due santi patroni di Aquileia: Ermagora vescovo e Fortunato diacono, entrambi martiri (dall'anno 2000 si è ripresa l'usanza di celebrare, con il grado di solennità per la Parrocchia, l'annua ricorrenza di questi due santi, il 12 luglio).
Il gruppo marmoreo costituente il corpo dell'altare è di attribuzione cinquecentesca.
Altra gemma del presbiterio è la sede (la "sedia" usata dal Parroco o dal Vescovo per le Celebrazioni) che è attaccata al muro e sta alla base dell'ornamento dell'arco che immette nel presbiterio. Sopra la sede vi è la nicchia di custodia per gli Olii Santi.
Per quanto concerne le pale degli altari laterari, rivestono di importanza storica le pale dell'altare della Madonna e di Sant'Urbano (quello di San Valentino è una pittura molto recente (1960) eseguita a causa di un incendio che ha distrutto la precedente).
La pala di S. Urbano raffigura il Santo Pontefice seduto e rivestito dei paramenti e della tiara in conversazione con altri santi. Sopra vi è raffigurata la Chiesa trionfante con in primissimo piano la Vergine santa.
La pala della Madonna è un adattamento di una pala altrove collocata a questo altare: infatti la pala raffigura un gruppo di angeli che sembrano portare in alto la statua marmorea della Madonna del Pan ivi collocata in una nicchia, con alcuni santi sottostanti in preghiera. Ma la mancanza di alcune mani di angeli fanno pensare appunto ad un adattamento. Forse originariamente la pala raffigurava gli angeli che portavano altro (forse la S. Casa di Loreto) ed è stata adattata a questa nuova collocazione. Comunque il taglio della tela è fin troppo evidente.
 
Il parroco che ha ricoperto l'ufficio più a lungo è stato don Antonio Condotta (defunto il 6 gennaio 1937) che ha retto la parrocchia per 51 anni.
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Attualmente originari di Moniego sono 5 vocazioni maschili (di cui 2 nel clero secolare, 3 in quello regolare) e 1 femminile.
Bisogna segnalare anche la presenza abbastanza fitta di ragazzi che stanno facendo l'esperienza presso il Seminario Minore della Diocesi di Treviso.
 
==Luoghi di interesse==
===Chiesa parrocchiale===
L'attuale Chiesa è stata dedicata il [[25 marzo]] [[1321]] dal Patriarca di Aquileia Pagano Della Torre; fu restaurata a fine del XV secolo (costruita la cupola e ampliata l'area presbiterale) dall'allora parroco fra' Gregorio da Scutari (era un frate francescano minore). Ogni secolo ha lasciato all'interno della Chiesa la sua traccia: per esempio i due altari laterali tuttora dedicati al Crocifisso e alla "Madonna del Pan" sono di fattura tardo XVI secolo (inizio XVII).
Splendido è il coro ligneo che si trova nelle pareti del presbiterio, commissionato verso il [[1450]], come la porta che immette nella cappella Grimani, che al suo interno è decorata con affreschi di qualità non così scadente. In detta cappella (usata per le Celebrazioni feriali invernali) si trova una lapide marmorea datata al [[XIII secolo]] che insieme alla porta della cosidetta cassaforte (XIV secolo) e ai su citati affreschi fa di questa piccola cappella una piccola gemma della magnifica corona che è la Parrocchiale.
L'altare maggiore, dove vi è il Tabernacolo con la riserva Eucaristica, è sormontato da una pala raffigurante l'evento dell'Annunciazione con due appendici a destra e a sinistra raffiguranti i due santi patroni di Aquileia: Ermagora vescovo e Fortunato diacono, entrambi martiri (dall'anno [[2000]] si è ripresa l'usanza di celebrare, con il grado di solennità per la Parrocchia, l'annua ricorrenza di questi due santi, il [[12 luglio]]).
Il gruppo marmoreo costituente il corpo dell'altare è di attribuzione cinquecentesca.
Altra gemma del presbiterio è la sede (la "sedia" usata dal Parroco o dal Vescovo per le Celebrazioni) che è attaccata al muro e sta alla base dell'ornamento dell'arco che immette nel presbiterio. Sopra la sede vi è la nicchia di custodia per gli Olii Santi.
Per quanto concerne le pale degli altari laterari, rivestono di importanza storica le pale dell'altare della Madonna e di Sant'Urbano (quello di San Valentino è una pittura molto recente ([[1960]]) eseguita a causa di un incendio che ha distrutto la precedente).
La pala di S. Urbano raffigura il Santo Pontefice seduto e rivestito dei paramenti e della tiara in conversazione con altri santi. Sopra vi è raffigurata la Chiesa trionfante con in primissimo piano la Vergine santa.
La pala della Madonna è un adattamento di una pala altrove collocata a questo altare: infatti la pala raffigura un gruppo di angeli che sembrano portare in alto la statua marmorea della Madonna del Pan ivi collocata in una nicchia, con alcuni santi sottostanti in preghiera. Ma la mancanza di alcune mani di angeli fanno pensare appunto ad un adattamento. Forse originariamente la pala raffigurava gli angeli che portavano altro (forse la S. Casa di Loreto) ed è stata adattata a questa nuova collocazione. Comunque il taglio della tela è fin troppo evidente.
 
==Accessi e vie di comunicazione==