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Il corpo di spedizione fu affidato al comando del [[generale]] [[Sir Ian Hamilton]], uno scozzese di 62 anni che aveva prestato servizio in [[India]] e nella [[guerra boera]]. Complessivamente vennero messe ai suoi ordini cinque divisioni, di cui una francese, e due del corpo d'armata [[ANZAC]] (''Australian New Zeland Army Corps''), per un totale di circa 78.000 uomini inquadrati nella [[Mediterranean Expeditionary Force]].
 
[[Image:Cape Helles landing map.jpg|thumb|300px|right|Cape Helles landing beaches.]]
Lo sbarco denunciò subito le incapacità organizzative: confusione logistica, indecisioni operative, collegamenti inefficaci. Halmiton scelse sei punti per lo sbarco dei suoi 80 mila uomini, più due azioni diversive, per ingannare Otto Liman von Sanders, il sessantenne ufficiale tedesco che aveva il comando a Gallipoli. Il 25 aprile, i soldati australiani e neozelandesi dell’Australian & New Zealand Army Corpos(Anzac) scoprirono immediatamente che l’area dell’Ari Burnu non aveva spiagge di facile accesso ma solo scogliere e burroni impraticabili. Oggi è chiaro che l’intera operazione fu decisa proprio lì: il genio militare di Mustafà Kemal comprese che il possesso di Monte Chunuk Bair e del crinale Sari Bair era determinante per il controllo dell’intera penisola. Ignorando gli ordini superiori, Kemal portò tutte le truppe possibili sul Chunuk Bair e sul crinale e tenne le posizioni: gli inglesi, nonostante i loro sforzi, non sarebbero mai più riusciti ad andare avanti.
 
Lo sbarco denunciò subito le incapacità organizzative: confusione logistica, indecisioni operative, collegamenti inefficaci e scarsa segretezza nei preparativi. Halmiton scelse sei punti per lo sbarco dei suoi uomini, più due azioni diversive.
 
L'organizzazione delle truppe terrestri fu difficoltoso, e anche in questa seconda fase il segreto dei preparativi non fu al primo posto tra le esigenze degli alleati. I turchi dal canto loro affidarono al generale tedesco [[Otto Liman von Sanders]], il sessantenne ufficiale tedesco che aveva il comando a Gallipoli, il comando delle forze disposte a difesa. Il generale tedescovon Sanders organizzò le sue truppe in tre grandi scaglioni, per prevenire gli sbarchi da ogni lato della penisola. Ormai aveva a disposizione una intera armata, la Quinta, con le divisioni 5a e 6a schierate sull'istmo di Bulair, sulla costa asiatica la 3a e l'11a, al centro della penisola la 19a e infine la 9a all'estremo sud della stessa. Lo sbarco cominciò fra la notte del 24 e le prime ore del [[25 aprile]], con oltre duecento navi alleate in mare.
 
Lo sbarco denunciòcominciò subitofra lela incapacitànotte organizzative:del confusione24 logistica,e indecisionile operative,prime collegamentiore inefficaci.del Halmiton[[25 scelse sei punti per lo sbarco dei suoi 80 mila uominiaprile]], piùcon dueoltre azioniduecento diversive,navi peralleate ingannarein Otto Liman von Sanders, il sessantenne ufficiale tedesco che aveva il comando a Gallipolimare. Il 25 aprile, iI soldati australiani e neozelandesi dell’Australian & New Zealand Army Corpos ([[Anzac]]) scoprirono immediatamente che l’area dell’Ari Burnu non aveva spiagge di facile accesso ma solo scogliere e burroni impraticabili. Oggi è chiaro che l’intera operazione fu decisa proprio lì: il genio militare di Mustafà[[Mustafa Kemal Atatürk|Mustafa Kemal]] comprese che il possesso di Monte Chunuk Bair e del crinale Sari Bair era determinante per il controllo dell’intera penisola. Ignorando gli ordini superiori, Mustafa Kemal portò tutte le truppe possibili sul Chunuk Bair e sul crinale e tenne le posizioni: gli inglesi, nonostante i loro sforzi, non sarebbero mai più riusciti ad andare avantiavanzare.
 
Entro il pomeriggio del [[25 aprile]], nonostante gli errori nelle zone di sbarcocommessi, circa 20.000 uomini della divisione australiana e di una brigata neozelandese erano sbarcati in un settore abbastanza ampio, e disponevano già dell'artiglieria divisionale. Queste forze subirono un contrattacco violento da parte di un reggimento della 9a divisione turca, comandato personalmente dal generale [[MustafàMustafa Kemal Pascià]] (futuro fondatore della repubblica turca), e di altri reparti. Il combattimento durissimo costrinse gli invasori a ripiegare, trincerandosi a difesa della testa di ponte. Il [[29 aprile]] le parti concordarono una tregua umanitaria per raccogliere le migliaia di morti e feriti giacenti sul terreno. La 29a divisione britannica sbarcò su cinque spiagge in maniera piuttosto caotica, favorendo la reazione dei difensori. Presso capo Helles oltre la metà dei soldati che dovevano sbarcare furono uccisi o feriti da un micidiale fuoco di mitragliatrici che investì il trasporto ''River Clyde''. Anche le truppe sbarcate dall'incrociatore corazzato ''Euryalus'' subirono perdite pesantissime, nonostante il violento fuoco di preparazione dell'incrociatore stesso. Alcuni barconi riuscirono a sbarcare soldati per la forza di circa una compagnia, che riuscirono ad arrampicarsi sugli scogli e neutralizzarono le mitragliatrici turche, permettendo ai superstiti di sbarcare.
 
L'organizzazione delle truppe terrestri fu difficoltoso, e anche in questa seconda fase il segreto dei preparativi non fu al primo posto tra le esigenze degli alleati. I turchi dal canto loro affidarono al generale tedesco [[Otto Liman von Sanders]] il comando delle forze disposte a difesa. Il generale tedesco organizzò le sue truppe in tre grandi scaglioni, per prevenire gli sbarchi da ogni lato della penisola. Ormai aveva a disposizione una intera armata, la Quinta, con le divisioni 5a e 6a schierate sull'istmo di Bulair, sulla costa asiatica la 3a e l'11a, al centro della penisola la 19a e infine la 9a all'estremo sud della stessa. Lo sbarco cominciò fra la notte del 24 e le prime ore del [[25 aprile]], con oltre duecento navi alleate in mare.
Entro il pomeriggio del [[25 aprile]], nonostante gli errori nelle zone di sbarco, circa 20.000 uomini della divisione australiana e di una brigata neozelandese erano sbarcati in un settore abbastanza ampio, e disponevano già dell'artiglieria divisionale. Queste forze subirono un contrattacco violento da parte di un reggimento della 9a divisione turca, comandato personalmente dal generale [[Mustafà Kemal Pascià]] (futuro fondatore della repubblica turca) e di altri reparti. Il combattimento durissimo costrinse gli invasori a ripiegare, trincerandosi a difesa della testa di ponte. Il [[29 aprile]] le parti concordarono una tregua umanitaria per raccogliere le migliaia di morti e feriti giacenti sul terreno. La 29a divisione britannica sbarcò su cinque spiagge in maniera piuttosto caotica, favorendo la reazione dei difensori. Presso capo Helles oltre la metà dei soldati che dovevano sbarcare furono uccisi o feriti da un micidiale fuoco di mitragliatrici che investì il trasporto ''River Clyde''. Anche le truppe sbarcate dall'incrociatore corazzato ''Euryalus'' subirono perdite pesantissime, nonostante il violento fuoco di preparazione dell'incrociatore stesso. Alcuni barconi riuscirono a sbarcare soldati per la forza di circa una compagnia, che riuscirono ad arrampicarsi sugli scogli e neutralizzarono le mitragliatrici turche, permettendo ai superstiti di sbarcare.
Su altre spiagge, in codice chiamate X, Y e S, gli sbarchi avvennero con meno difficoltà, protetti sulla "X" dal fuoco dell'incrociatore da battaglia ''Inflexible'' . Dalla "Y" i ''Royal Marines'' sbarcati subirono nella notte un così forte contrattacco che furono costretti al reimbarco. Sulla costa asiatica un reggimento francese si impadronì dei resti del forte di ''Kum Kalè'', distrutto dai cannoni delle corazzate in febbraio. Il [[26 aprile]], esaurito il compito diversivo, si reimbarcò senza danni.
 
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==Conclusioni==
La defezione della marina britannica dalla prima grande operazione anfibia dell'era moderna costò alla Gran Bretagna un numero spropositato di uomini, fatto ancora più grave data la penuria, in quel momento, di truppe terrestri. In effetti la ''Royal Army'' arrivò a impegnare sulle teste di ponte degli stretti quasi un quarto dei suoi effettivi, comprendenti per la prima volta anche truppe dei Paesi coloniali (Canadesi, Australiani, Sudafricani e altri). Le forze francesi agirono in sintonia con gli alleati ma dopo le perdite di marzo non si esposero più di tanto, considerando fra l'altro quello turco un settore di assoluto secondo piano rispetto alla mortale battaglia che l'''Armee'' combatteva in casa. Da questo vero e proprio disastro, dovuto anche alla resistenza a oltranza delle forze ottomane, una volta tanto ben organizzate e ben guidate, il prestigio che la ''Royal Navy'' voleva difendere a ogni costo evitando perdite sopportabili (in quel momento erano in servizio ben 25 pre-''dreadnought'' più altre 9 di riserva) venne macchiato dal sacrificio delle truppe a terra. La disfatta costò quasi la carriera all'allora Primo Lord dell'Ammiragliato (ministro della Marina Militare) Winston Churchill, fra i sostenitori del piano, {{citazione necessaria|che non ebbe più comandi operativi}}. Dall'altra parte, fu anche l’occasione che mise in gran risalto le capacità di [[Mustafa Kemal Atatürk|AtatürkMustafa Kemal]]: il trentaquattrenne ufficiale si guadagnò ampiamente il titolo di "Salvatore di Gallipoli".
 
La Grande Guerra era già abbastanza moderna per pensare a strategie mondiali, utilizzare strumenti tecnici sofisticati, coinvolgere masse di uomini. Ma non ancora abbastanza scientifica per abbandonare la logica degli assalti frontali, con fiumane di fanti mandati inutilmente allo sbaraglio, ondata dopo ondata, contro trincee fortificate. Soprattutto gli alleati erano comandati da alti ufficiali indecisi, incerti, senza fantasia ed ostinati all’assalto alla baionetta. Il numero fa potenza, si pensava ancora. Gallipoli dimostrò il contrario, ma sul momento furono davvero in pochi a capirlo.