Statoreattore: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
dinamogetto
m Sistemazione refusi
Riga 1:
Lo '''statoreattore''', anche detto '''dinamogetto'''<ref>''Enciclopedia Garzani Universale''. Garzanti, XVIII edizione, 1974.</ref> termine ora in disuso, in [[lingua inglese|inglese]] ''ramjet'', è un [[motore a reazione]] e concettualmente il più semplice [[esoreattore]]. Lo statoreattore riduce la complessità del [[turbogetto]] semplice eliminando il [[compressore]] e, di conseguenza, la [[turbina]] che deve trascinarlo, grazie alla [[velocità]] stessa del [[velivolo]] la quale comprime l'aria entrante nella [[presa d'aria]]. Come conseguenza cidi ciò, lo statoreattore non è in grado di funzionare a punto fisso (cioè fermo rispetto all'aria) ed ha cattive prestazioni a basse velocità a causa del basso rapporto di compressione ricavato dalla [[presa d'aria]].
 
==Principio di funzionamento==
Riga 21:
Lo statoreattore è poco prestante a velocità subsoniche, infatti per poter entrare in funzione deve essere spinto ad alte velocità. Per renderli utilizzabili su un ampio spettro di velocità come avviene per i motori [[turboventola]], cioè permettere loro di poter passare da velocità subsonica a supersonica e di venire utilizzati a quote basse così come a quelle alte, si rendono necessari molti interventi progettuali che comporterebbero la perdita dei vantaggi tipici di questa formula di motori. In pratica gli statoreattori funzionano solamente in un intervallo attorno alla velocità e alla quota per le quali sono stati progettati. In tale intervallo gli statoreattori superano sempre in prestazioni gli equivalenti motori turbogetto tradizionali. Nei confronti dei [[motore a razzo|motori a razzo]] sono più prestanti per quello che riguarda il consumo di [[combustibile]].
 
Il limite superiore di applicazione di questo tipo di propulsore è fissato all'incirca a Mach&nbsp;6, più che dalla resistenza dei materiali alle elevate temperature (grazie agli effetti di ionizzazione dell'aria che assorbono calore), dall'elevata temperatura di ingresso in camera di combustione, la quale non permetterebbe un salto di temperatura sufficiente ad accellerareaccelerare il getto.
 
Il limite inferiore invece dipende in larga parte dalla progettazione aerodinamica della presa d'aria, la quale deve fornire l'adeguato rapporto di compressione.