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Muhammad Farīd ({{arabo|محمد فريد}}) fu un esponente di spicco nazionalista, guida del [[Partito nazionale (Egitto)|Partito nazionale]] dopo la morte di [[Mustafà Kamil]], scrittore e avvocato. Figlio del direttore del giornale ''al-Da'ira al-Saniyya'' <!--(state domains administration)<--> , Muhammad Farīd proveniva da una famiglia di proprietari terrieri.
 
Frequentò la Khalil Agha School, l'Ecole des Frères e la Scuola d'Amministrazione. Lavorò come avvocato per il governo egiziano e per la Procura Generale fino a quando non fu costretto ad allontanarsi a causa delle sue simpatie per lo ''[[shaykh]]'' ʿAlī Yūsuf, direttore di un popolare quotidiano egiziano che fu perseguito per aver pubblicato telegrammi segreti provenienti dal ministero della Guerra. Muhammad Farid decise allora di aprire un proprio studio legale.
 
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Farid fu il più importante sostenitore politico e finanziario di [[Mustafa Kamil]], fondatore del Partito Nazionale egiziano e, dopo la sua morte prematura nel 1908, fu eletto secondo Presidente del partito, che egli guidò fino al marzo del 1912 e poii, in esilio, fino alla sua morte.
Farid was the main political and financial supporter of [[Mustafa Kamil]], the founder of the Egyptian National Party, and after his premature death in 1908, was elected second president of that party. He led the party in [[Egypt]] until March 1912 and then in exile until his death. He argued that the British must withdraw their army of occupation from Egypt and that only the khedive could grant a constitution to the [[Egyptians]]. He called for the spread of education and advocated social and economic reforms, especially to benefit workers. At times he sought help from the [[Ottoman Empire]] (Egypt's suzerain), notably while in exile during [[World War I]], but he also suspected the [[Ottoman Turks|Turks]] of undermining Egyptian national aims. Farid's occasional support for pan-[[Islam]] alienated Egyptian [[Copt]]s. Egyptians respect Farid for his patriotic courage and self-sacrifice. His memoirs have been published in Arabic and partly in English translation and he also wrote histories of the [[Muhammad Ali of Egypt|Muhammad Ali]] dynasty, the Romans, and the Ottoman Empire, as well as travel diaries and numerous articles for local nationalist newspapers.
 
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Si convinse ben presto della necessità che i [[Regno Unito|britannici]] lasciassero la sua patria, occupata militarmente con pretestuose giustificazioni della necessità che l'Egitto fosse più acconciamente amministrato sotto il profilo finanziario e che solo il [[Khedivè]] potesse assicurare una costituzione agli egiziani. Si adoperò per consentire una miglior alfabetizzazione del Paese e si batté per l'adozione di profonde riforme sociali ed economiche, a vantaggio specialmente dei lavoratori. A suo tempo aveva sperato che l'[[Impero ottomano]] potesse aiutare il sovrano egiziano, specie quando si trovava in esilio nel corso della [[Prima guerra mondiale]], ma presto capì che i [[Giovani Turchi]] avrebbero deluso le aspettative nazionali egiziane. L'occasionale sostegno di Farid al [[panislamismo]] gli alienò le simpatie dei [[Copti]]. Gli egiziani rispettavano Farid per il suo coraggio patriottico e per la sua capacità di sacrificare se stesso agli ideali.
 
Le sue memorie sono state pubblicate in [[lingua araba]] e, parzialmente, in [[lingua inglese]]. Egli scrisse anche una storia sulla dinastia fondata da [[Mehmet Ali]], sui Romani e sull'Impero ottomano, come pure diari di viaggio e numerosi articoli per giornali locali di orientamento nazionalista.
 
== Bibliografia ==
* ''Muhammad Farid: The Memoirs and Diaries of Muhammad Farid, an Egyptian Nationalist Leader (1868-1919)''. Edited, annotated, and translated by Arthur Goldschmidt Jr (San Francisco: Edwin Mellen Press, 1992).