Roberto Saviano: differenze tra le versioni
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Nel [[2006]] esce il suo primo romanzo, "Gomorra - Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra", un viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra e dei luoghi dove questa è nata e vive: la [[Campania]], [[Napoli]], [[Casal di Principe]], [[San Cipriano d'Aversa]], luoghi dove l'autore è cresciuto (per dovere di cronaca occorre specificare che il padre di Saviano racconta in un'intervista di come molte leggende siano nate intorno al figlio che in realtà non ha mai vissuto nello specifico a Casal Di Principe<ref>http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200810articoli/37355girata.asp</ref>) e dei quali fa conoscere al lettore una realtà inedita agli occhi di chi da tali luoghi non proviene. Il libro parla di ville sfarzose di boss malavitosi create a copia di quelle di [[Hollywood]], di campagne pregne di rifiuti tossici smaltiti per conto di mezza Europa, di una popolazione che non solo è connivente con questa criminalità organizzata, ma addirittura la protegge e ne approva l'operato; l'autore ci racconta quindi di un Sistema (questo il vero nome usato per riferirsi alla camorra) che adesca nuove reclute non ancora adolescenti, facendo loro credere che il loro sia l'unica scelta di vita possibile, di boss-bambini convinti che l'unico modo di morire come un uomo vero sia quello di morire ammazzati<ref>[http://www.robertosaviano.com/documenti/8913/125/132 Robertosaviano.com], Tutti quelli che conosco o sono morti o sono in galera. Io voglio diventare un boss</ref>, e di un fenomeno criminale influenzato dalla spettacolarizzazione mediatica, in cui i boss si ispirano negli abiti e nelle movenze ai divi del cinema.
Ad [[ottobre]] [[2008]] il libro ha venduto oltre 1,8 milioni di copie nella sola Italia<ref>[http://www.robertosaviano.com/documenti/9669/125/129 Robertosaviano.com], rassegna stampa</ref> ed è stato tradotto in 43 paesi. È presente nelle classifiche di ''[[Best seller]]'' in [[Germania]], [[Paesi Bassi|Olanda]], [[Belgio]], [[Spagna]], [[Francia]], [[Svezia]], [[Finlandia]], [[Lituania]].
''Gomorra'' è anche diventato un [[Gomorra (film)|film]] (uscito nelle sale italiane il [[16 maggio]] [[2008]]), candidato nel [[settembre]] [[2008]] a concorrere al [[premio Oscar]] come miglior film straniero.
Il successo ottenuto dal libro ha creato diversi problemi all'autore: a partire dalle lettere minatorie, le telefonate mute ma anche e soprattutto da una sorta di isolamento ambientale. Come infatti lo stesso Saviano afferma<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/10/16/umberto-eco-non-lasciamo-da-solo-saviano.html Umberto Eco: non lasciamo da solo Saviano], La Repubblica, 16 ottobre 2006</ref>, dopo l'uscita del libro i negozianti [[Campania|campani]] presso i quali era solito rifornirsi lo invitarono a fare la spesa altrove per il fatto di aver invitato la gente a ribellarsi ai boss.
Dopo che nell'[[ottobre]] [[2006]] l'allora [[Ministro dell'Interno]] [[Giuliano Amato]] ha deciso di affidargli la scorta per motivi di sicurezza, a Roberto Saviano è risultato impossibile anche affittare casa a [[Napoli]].<ref>[http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200810articoli/37303girata.asp Un piano per uccidere Saviano], La Stampa, 14 ottobre 2008</ref> Nell'ottobre del 2008 Roberto Saviano ha deciso così di lasciare l'Italia, "almeno per un periodo e poi si vedrà", anche in seguito alle minacce, confermate da informative e dichiarazioni di collaboratori di giustizia che hanno svelato il progetto di eliminarlo da parte del [[clan dei Casalesi]].
{{quote|Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato, in questo tempo, che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido - oltre che indecente - rinunciare a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni! E voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia passione e la mia resistenza e io, per scrivere, ho bisogno di affondare le mani nella realtà, strofinarmela addosso, sentirne l'odore e il sudore e non vivere, come sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una caserma dei carabinieri - oggi qui, domani lontano duecento chilometri - spostato come un pacco senza sapere che cosa è successo o può succedere. In uno stato di smarrimento e precarietà perenni che mi impedisce di pensare, di riflettere, di concentrarmi, quale che sia la cosa da fare. A volte mi sorprendo a pensare queste parole: rivoglio indietro la mia vita. Me le ripeto una a una, silenziosamente, tra me.|Roberto Saviano<ref>[http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/cronaca/camorra-3/lascio-italia/lascio-italia.html Io, prigioniero di Gomorra lascio l'Italia per riavere una vita], La Repubblica, 15 ottobre 2008</ref>}}
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