Giacomo David: differenze tra le versioni

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Giacomo David rappresenta il prototipo del tenore baritonale di fine ottocento, dotato di notevole volume di voce, ma non privo di squillo sia pure eseguito in ''falsettone''. La caratteristica che lo contraddistinse rispetto ai suoi contemporanei fu comunque la grande capacità virtuosistica che gli assicurò, in vita, una fama senza pari e che iniziò a porre le basi del mito del ''tenore'' quale si sarebbe poi affermato in epoca romantica.
Virtuosista acrobatico, egli però fu anche tra coloro (gli ultimi [[castrato|castrati]] [[Girolamo Crescentini]] e [[Gaspare Pacchierotti]], i tenori [[Ettore Babini]] e [[Giovanni Ansani]], le ''primedonne'' [[Brigida Banti]], [[Luísa Todi de Agujar]] e [[Giuseppina Grassini]]) che si opposero alla deriva del ''[[belcanto]]'' nella seconda metà del '700, con la sua corsa incontrollata verso le vette assurde dei superacuti e la coloratura fine a sé stessa, e che cercarono invece di recuperare, come ha scritto [[Rodolfo Celletti]], "''la passione e il vigore''" che avevano caratterizzato la stagione aurea del canto nel primo '700 e che contibuirono quindi a porre le basi di quello che sarebbe stato, di lì a poco, "''il gran finale rossiniano''".
 
== Bibliografia ==