Autonomia Operaia: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 18:
Ciò che fece crescere in maniera esponenziale il numero dei militanti autonomi furono le lotte del cosiddetto [[Movimento del '77]].
Nel marzo del [[1977]] l'uccisione, da parte della polizia, dello studente autonomo Francesco Lo Russo a Bologna scatenò una serie di manifestazioni di protesta in tutta Italia. Le proteste furono molto accese e portarono all'occupazione di numerose università, in particolare quella di Bologna e "La Sapienza" di Roma.
La risposta da parte delle istituzioni non si fece attendere: la cittadella universitaria bolognese fu bloccata dai carri armati, mobilitati per ordine dell'allora Ministro degli Interni [[Francesco Cossiga]]. Era la prima volta, dal tempo delle lotte operaie milanesi del primo '900
In seguito ci furono
▲Era la prima volta, dal tempo delle lotte operaie milanesi del primo '900, sedate a colpi di cannone da [[Fiorenzo Bava Beccaris|Bava Beccaris]] che, in tempo di pace, si vedevano mezzi pesanti per le strade italiane atti a reprimere una manifestazione di piazza.
▲In seguito ci furono molte proteste anche da parte di personalità della politica e della cultura, in particolare va citato un manifesto molto duro di intellettuali francesi, riuniti attorno alla figura dello scrittore [[Jean-Paul Sartre]], fra i quali spiccavano i nomi dei filosofi [[Gilles Deleuze]] e [[Felix Guattari]], che condannarono le autorità della giunta comunista bolognese per non essere intervenuta contro questo atto repressivo contrario all'ideologia comunista.
== Lo scontro col PCI ==
Riga 32 ⟶ 28:
D'altra parte il [[Partito Comunista Italiano]] aveva già espresso una condanna rispetto all'occupazione delle università, la linea dura del PCI era dovuta al periodo: l'[[Eurocomunismo]], lo strappo con l'[[URSS]] e la politica del ''compromesso storico'' con il potere democristiano.
La condanna del PCI si manifestò in maniera palese
La linea dura del PCI servì soltanto a radicalizzare la lotta degli autonomi
▲La linea dura del PCI servì soltanto a radicalizzare la lotta degli autonomi, e a far prevalere all'interno dell'Autonomia la corrente operaista favorevole allo scontro duro con le istituzioni, mentre la linea dei cosiddetti "creativi" che si era mobilitata nella manifestazione contro Lama, creando il movimento degli [[Indiani Metropolitani]] venne messa in minoranza, alzando il livello dello scontro, spesso anche armato.
== Autonomia e lotta armata ==
Da quel momento l'Autonomia Operaia si avvicinò alle posizioni dei gruppi terroristici che si stavano formando, così molti militanti entrarono in clandestinità, rafforzando il numero dei militanti di gruppi come le [[Brigate Rosse]] ma in maniera particolare dei [[Nuclei Armati Proletari]] che agivano all'interno delle carceri, dove molti autonomi furono rinchiusi.
Alcune frangie minoritarie dei movimenti della lotta armata furono espressione diretta di gruppi autonomi passati in clandestinità, fra questi si devono ricordare almeno le Squadre Proletarie di Combattimento,
Riga 47 ⟶ 41:
Altri autonomi approdarono nelle file delle già costituite e operanti [[Unità Comuniste Combattenti]] e [[Prima Linea]] diffusi più che altro nell'Italia centro-settentrionale.
== Il convegno di Bologna ==
Il Movimento del '77 ebbe il suo momento di maggiore espressione durante il mese di settembre di quell'anno, quando fu indetto un convegno contro la repressione nella città dove il movimento era nato, cioè [[Bologna]].
Il convegno spinse a Bologna circa centomila giovani che trasformarono la città in un palcoscenico per feste, rappresentazioni teatrali e musicali, mentre all'interno del Palazzo dello sport diecimila persone discutevano sul futuro e sulla leadership del Movimento. Partecipano anche molti intellettuali, fra i quali lo psichiatra [[Franco Basaglia]] promotore della Legge 180 sulla chiusura degli Ospedali Psichiatrici, i francesi firmatari dell'appello di Sartre e gli attori-registri [[Dario Fo]] e [[Franca Rame]], oltre ai leaders riconosciuti di Autonomia Operaia, [[Oreste Scalzone]] e [[Toni Negri]]. Nel corso del convegno Autonomia operaia tentò di prendere l'egemonia, ma in realtà il movimento in quanto tale non riuscì ad elaborare un programma e metodologie di lotta che permettessero la continuazione di quella esperienza. Si può forse affermare che il convegno tenuto a Bologna segnò l'ultimo atto del movimento.
Nel [[1978]], dopo il sequestro e l'uccisione di [[Aldo Moro]] da parte delle Brigate Rosse, Autonomia Operaia fu di fatto sciolta, a causa delle repressioni e le carcerazioni dei sui leaders più noti.▼
▲Nel [[1978]], dopo il sequestro e l'uccisione di [[Aldo Moro]] da parte delle [[Brigate Rosse]], Autonomia Operaia fu di fatto sciolta
== Eredità di Autonomia ==
|