Filosofia: differenze tra le versioni

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Marx basa il suo discorso politico sulla dialettica hegeliana ma prevede una fine della filosofia in una futura società [[comunismo|comunista]] dove avverrà l'attuazione dello spirito assoluto hegeliano nella concreta e reale liberazione dell'uomo dall'oppressione del [[capitalismo|sistema capitalista]] <ref>Marx,''Per la critica dell'economia politica'', 3° manoscritto</ref>. La filosofia in questo senso appare essere un gradino di un percorso di liberazione che vede in ogni caso primeggiare il soggetto pratico dell'azione sul "filosofo" come intellettuale puro, troppo portato a perdersi nell'astrattezza delle sue riflessioni e a farsi condizionare dal potere.
 
La caratteristica impossibilità di definire i confini della filosofia, e la sua apparente inconcludenza pratica, sono state fra le ragioni fondamentali di un filone critico nei confronti dell'attività del filosofo in sè e per sè. A differenza delle critiche rivolte di volta in volta a singole teorie o opere, coloro che criticano la filosofia intendono per lo più evidenziare l'inutilità, o addirittura la nocività, di questo tipo di attività di pensiero per l'uomo.
Un aneddoto che ha il sapore della leggenda colpisce in tal senso l'immagine del filosofo nella sua prima figura storica, [[Talete]]: egli, mentre camminava tenendo lo sguardo in alto per osservare il cielo, sarebbe caduto in un pozzo. Similmente, [[Aristofane]] critica [[Socrate]] dipingendolo nel suo pensatoio, intento a venerare le aeree divinità condensate nelle nuvole. In altre parole, già secondo i greci la filosofia avrebbe la colpa di spingere l'uomo a perdere il contatto con la terra, ovvero il senso della realtà; e quando
[[Immagine:Nietzsche1882.jpg|130px|thumb|Friedrich Nietzsche]]
definirà la sua filosofia come "gaia scienza", intenderà appunto richiamarsi a una filosofia che sia capace, come scienza della terra, di occuparsi di questo mondo terreno e non dell'altro, metafisico, inventato da filosofie compromesse con la trascendenza.
In realtà, anche nelle varie religioni, almeno nei loro momenti fondativi ovvero nelle loro interpretazioni più ortodosse, si possono individuare atti di esplicita critica o addirittura di rifiuto della filosofia; lo spirito critico insito nella filosofia infatti potrebbe spingere il dubbio, l'esigenza di interrogarsi, fino a mettere in discussione anche la Rivelazione stessa in quanto tale. Valga per tutti l'atto di accusa, e la messa al bando(addirittura preventiva, visto che le opere fondamentali del filosofo sono posteriori), operata dalla comunità ebraica di [[Amsterdam]] nei confronti di [[Spinoza]]:
{{quote|Su decreto degli angeli e su ordine dei santi, noi scomunichiamo, espelliamo e danniamo Baruch de Espinoza<ref>cit. in P.Odifreddi, "Il matematico impenitente", p.72</ref>}}
 
Del resto, neppure la scienza, per altri versi, è stata meno severa con la filosofia, o almeno con quella parte del sapere filosofico che pretende di poter trarre conclusioni universali sulla realtà, senza servirsi dei dati dell'esperienza sensibile, del calcolo matematico e della verifica empirica dei suoi risultati. In altre parole si può dire che la nascita del [[metodo scientifico]] e dell'interesse pragmatico per la scienza, che pure ha fra i suoi progenitori filosofi per altri versi molto astratti come [[Nicola Cusano]] o [[Giordano Bruno]], o pensatori antichi come [[Democrito]] o [[Lucrezio]], non può non essere considerato come una dichiarazione di indipendenza della ragione nei confronti della tradizione filosofica; questa ripresa di autonomia della ragione spinge del resto la filosofia stessa a riformarsi, criticando sè stessa come accade ad es. in [[Kant]].
Ciò tuttavia non ha impedito alla scienza moderna di evolversi in modo del tutto indipendente dalla filosofia; sono pochi, oggi, gli scienziati che sentono il bisogno di ricondurre a una più ampia visione filosofica, i risultati o i principi della loro attività. In particolare, nei due filoni filosofici oggi più diffusi, quello continentale, di tradizione francese e tedesca, e quello analitico, di tradizione angloamericana, solo il secondo sembra poter colloquiare in modo fertile e fecondo con la scienza moderna, attraverso la considerazione della logica stessa, fondamento della filosofia sin da [[Aristotele]], ma ora intesa formalmente e matematicamente, nella sua massima astrazione, come lo strumento basilare dell'attività di pensiero umana in tutti i campi in cui essa si svolga.
 
==La filosofia del XX secolo come funzione critica==