Paolina Leopardi: differenze tra le versioni
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Paolina cercava nel matrimonio principalmente il mezzo per allontanarsi da casa Leopardi, come testimoniano le sue lettere: «[...] il paese dove vivo io è casa Leopardi; e voi sapete meglio di me come vi si vive. In somma io sono disperata [...]». <ref>Lettera di Paolina a Giacomo, 13 gennaio 1823</ref>
La possibilità di un nuovo accordo matrimoniale capitò dopo poche settimane: il fratello Carlo conobbe un tal Ranieri (o Raniero) Roccetti, bel giovane elegante, colto e di buone maniere
Sfumato subito un altro pretendente, tale Osvaldo Carradori, sembre per l'opposizione dei genitori di Paolina, ancora in quel [[1823]] fu la volta del cavalier Luigi Marini, direttore generale del catasto di [[Roma]], circa cinquantenne, vedovo con figli già adulti di una moglie «zoppa e brutta», da lui amata «svisceratamente». <ref>Le espressioni sono di Giacomo Leopardi, nella lettera a Carlo del 2 aprile 1823</ref> Accertate le qualità morali ed economiche del Marini, come al solito non si chiede nemmeno a Paolina di conoscerlo, ma la ragazza è prontissima al matrimonio, «incantata» all'idea di andare a vivere a [[Roma]] e non vedendo l'ora di allontanarsi da Recanati: «Giacomuccio mio, fina a che vi è in me una ombra di speranza di poter conchiudere con questo, non voglio sentir parlare di altri [...] aspetto le vostre lettere con un palpito terribile. Se sapeste quanto piango!». <ref>Lettera di Paolina a Giacomo, 14 aprile 1823</ref>
== Note ==
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