Paolina Leopardi: differenze tra le versioni

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In luglio fu tutto finito, perché il Marini concluse un contratto di matrimonio con una vedova, certa marchesa Barbara Clarelli, e per Paolina si riprospettò la possibilità del matrimonio con quell'Andrea Peroli, che sembrava essere svanita all'inizio dell'anno, ma le trattative si trascinarono invano per tre anni, anche perché i Leopardi avevano difficoltà a racimolare una dote che potesse convincere il Peroli.
 
Così passarono, insieme con i pretendenti, anche gli anni e Paolina continuò la sua vita di clausura domestica: <ref>«Essa visse fino a pochi anni addietro chiusa in una stanza schiava delle antiche abitudini e di sua madre che la trattava come una ragazzina»: lettera di Giovanni Dalla Vecchia, cappellano di Paolina, del 31 marzo 1869, in E. Teja Leopardi, ''Note biografiche sopra Leopardi e la sua famiglia'', p. 17</ref> non a caso tradusse dal francese la ''Expédition nocturne autour de ma chambre'' di [[Xavier de Maistre]] e la sua traduzione le fu pubblicata nel [[1832]] da un editore di Pesaro. Unico sfogo, mentre si diradava la corrispondenza con Giacomo, erano le lettere che scambiava, dal [[1829]], con le sorelle Marianna e Anna Brighenti: «Fra gli altri motivi che hanno renduto così triste la mia vita e che hanno disseccato in me le sorgenti dell'allegrezza e della vivacità, uno è il vivere in Recanati, soggiorno abominevole ed odiosissimo; un altro poi è l'avere in Mamà una persona ultrarigorista ref>Lettera del 26 maggio 1830</ref> [...] Io voglio ridere e piangere insieme: amare e disperarmi, ma amare sempre, ed essere amata egualmente, salire al terzo cielo, poi precipitare <ref>Lettera del 13 luglio 1831</ref> [...] Mi pare di esser divenuta un cadavere, e che mi rimanga solo l'anima, anch'essa mezza morta, perché priva di sensazioni di qualunque sorta <ref>Lettera del 22 luglio 1831</ref>».
 
== Note ==