Paralisi cerebrale infantile: differenze tra le versioni
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== Caratteristiche generali ==
La paralisi cerebrale infantile rappresenta l’esito di una lesione del sistema nervoso centrale che abbia comportato una perdita più o meno estesa di tessuto cerebrale. Le manifestazioni della lesione sono caratterizzate prevalentemente, ma non esclusivamente, da un’alterazione delle funzioni motorie. L’evento lesivo può aver avuto origine in epoca prenatale, perinatale o postnatale, ma in ogni caso entro i primi tre anni di vita del bambino, periodo di tempo in cui vengono completate le principali fasi di crescita e sviluppo della funzione cerebrale nell'essere umano.
Il disturbo è definito come persistente, in quanto la lesione a carico del cervello non è suscettibile di “guarigione” in senso stretto, ma la patologia non tende al peggioramento spontaneo perché la lesione stessa, sostituita da tessuto cicatriziale, non va incontro a fenomeni degenerativi. Le manifestazioni della malattia, comunque, non sono fisse, perché i sintomi mutano nel corso del tempo e possono beneficiare di un trattamento di tipo riabilitativo.
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== Trattamento ==
Non esiste un trattamento specifico e univoco per tutte le forme di paralisi cerebrale infantile
Questo orientamento appare corretto soprattutto in relazione all’importanza oggi attribuita ai cosiddetti disturbi percettivi (o [[propriocettivi]]) nel determinare le principali caratteristiche della paralisi cerebrale infantile. Il riconoscimento dei disturbi percettivi ha gettato una nuova luce sul significato di fenomeni che in passato venivano interpretati come semplice ‘paralisi motoria’ (Ferrari, 1997).▼
Il progetto riabilitativo deve quindi necessariamente essere individualizzato e costantemente sottoposto al vaglio critico di professionisti esperti della 'storia naturale' della malattia, per evitare l’applicazione di schemi rigidi e ripetitivi, non in sintonia con il percorso di cambiamento del soggetto. E' infatti opportuno evitare la rincorsa affannosa e inutile di una ‘normalità’ estetica e funzionale del movimento, concentrando piuttosto l'intervento sull'interpretazione delle strategie di adattamento messe in atto dall'individuo.
Occorre ricordare che il soggetto con paralisi cerebrale infantile ha subìto un danno più o meno esteso dei propri sistemi di elaborazione degli input percettivi e degli output motori. Egli è pertanto in grado di apprendere come sfruttare le proprie capacità residue, ma non è in grado di apprendere la 'normalità', cioè di utilizzare spontaneamente e automaticamente gli schemi motori fluidi e complessi tipici di un [[sistema nervoso centrale]] intatto.
▲Questo orientamento appare corretto soprattutto in relazione
Un progetto riabilitativo globale deve anche prevedere il coinvolgimento attivo della famiglia del soggetto con paralisi cerebrale infantile, predisponendo periodici colloqui di sostegno psicologico e favorendo la partecipazione dell'intero nucleo familiare alle scelte terapeutiche.
Attualmente la presa in carico riabilitativa multidisciplinare si avvale dei seguenti strumenti:
*l'esercizio terapeutico in sede ambulatoriale
*la chirurgia funzionale ortopedica e neurologica
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== Bibliografia ==
AAVV: Linee guida per la riabilitazione delle paralisi cerebrali infantili, SIMFER-SINPIA, 2002
Bottos M.: Paralisi cerebrale infantile, Piccin, Padova, 2003
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