François-René de Chateaubriand: differenze tra le versioni

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La sua opera è a metà strada tra fantasia e realtà, e talvolta sembra mascherare il tentativo di narrare per davvero quel tipo di esistenza che l'autore stesso avrebbe voluto vivere.
La sua stessa visione religiosa apparve a molti critici, un po' ridotta, perchè limilata all'aspetto estetico, in quanto ritenuto, rispetto agli altri culti, maggiormante libero di manifestarsi sia sotto l'ambito artistico-figurativo sia in quello lirico-letterario. <ref name="Pascerelli">Introduzione a ''Le avventure dell'ultimo Abenceragio'' di Jole Pascerelli, ed. Paoline, 1966, pp. 5.10.</ref>
 
Vediamo nelle ''[[Mémoires d'Outre-Tombe]]'' una dicotomia tra uno Chateaubriand privato che esalta i suoi sentimenti con un [[poesia lirica|lirismo]] [[romanticismo|romantico]] e uno Chateaubriand pubblico che crea una cronaca di memorialista della sua epoca, che ha visto l'avvento della [[democrazia]] alla quale egli si opponeva. Nel corso della sua opera , tuttavia, i due personaggi si riuniscono in uno solo, a dimostrazione che tutta la sua vita politica fu influenzata dai suoi sentimenti personali e dalla solitudine che si trasformò in paranoia e in paura di un eventuale complotto nei suoi confronti che lui temeva da quando fu allontanato ripetutamente dal potere monarchico.