Arcangelo Guglielmelli: differenze tra le versioni

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[[Immagine:S Angelo a Nilo 1030730.JPG|thumb|right|250px|Sant'Angelo a Nilo: Decorazone a stucco in facciata]]
[[File:Sant'Antonio delle Monache.jpg|thumb|right|250px|Sant'Antoniello a Port'Alba: Facciata]]
{{Bio
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|PostNazionalità =
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[[Immagine:S Angelo a Nilo 1030730.JPG|thumb|right|250px|Sant'Angelo a Nilo: Decorazone a stucco in facciata]]
==Biografia==
Collaboratore del più noto [[Dionisio Lazzari]], Arcangelo fu noto anche come pittore. La sua personalità emerse dopo i terremoti del [[5 giugno]] [[1688]] e del [[1693]] divenendo uno dei favoriti tecnici della ricostruzione post-sismica, in breve tempo divenne architetto ordinario dei maggiori ordini della città. Divenne rivale di [[Francesco Solimena]] perchè ricercava, a differenza di Solimena, nella consolidata tradizione napoletana. Questi fastidi procurarono non pochi danni sulla memoria dell'architetto che venne completamente trascurato da [[Bernardo De Dominici]], che istigato dal Solimena stesso, non trattò nelle sue biografie sugli artisti napoletani il Guglielmelli. Come detto prima il Guglielmelli fu anche pittore specializzato nelle [[quadratura|quadratura]] collaborando con [[Luca Giordano]] tra i quali la ''Cacciata dei Mercanti del Tempio'' nella [[Chiesa dei Gerolamini]], e prima della definitiva rottura, con Solimena dove realizzò le architetture nel ''Miracolo delle Rose'' nella [[Chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova|Chiesa di Donnaregina Nuova]] e prospettive nella sagrestia della [[Basilica di San Paolo Maggiore]]. Si mise in mostra già con la progettazione della facciata della [[Chiesa di Santa Maria in Portico]] nel [[1682]] il cui disegno autografato è conservato agli [[Uffizi]], tuttavia i due terremoti sviluppano l'occasione per il rinnovo dell'apparato decorativo, ma nel contempo riuscì ad accogliere gli sviluppi architettonici da [[Roma]] introdotti dagli architetti della città papale, durante il sisma del [[1693]] le monache del [[Complesso di Sant'Antonio delle Monache a Port'Alba]] chiamorono come tecnico il Guglielmelli per eseguire una perizia sullo stato dei luoghi e poco dopo le stesse moneche diedero l'avvio al restauro all'architetto stesso che seppe rientrepretare in chiave personale alcuni temi che si svilupparono in quel periodo a [[Roma]], i suoi rimaneggiamneti principali realizzati sono la [[Chiesa di Sant'Agostino degli Scalzi]], il [[Complesso di Santa Maria delle Periclitanti]] e la [[Chiesa di Santa Maria Donnalbina]].