Paralisi cerebrale infantile: differenze tra le versioni
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La '''paralisi cerebrale infantile''' è un disturbo persistente della [[postura]] e del [[movimento]] dovuto ad alterazioni della funzione cerebrale infantile prima che il [[sistema nervoso centrale]] abbia completato il suo sviluppo (mod. da Bax, 1964).
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Il disturbo è definito come persistente, in quanto la lesione a carico del cervello non è suscettibile di “guarigione” in senso stretto, ma la patologia non tende al peggioramento spontaneo perché la lesione stessa, sostituita da tessuto cicatriziale, non va incontro a fenomeni degenerativi. Le manifestazioni della malattia, comunque, non sono fisse, perché i sintomi mutano nel corso del tempo e possono beneficiare di un trattamento di tipo riabilitativo.
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L'attuale definizione di paralisi cerebrale infantile deriva da quella elaborata nel 1964 dal 'Little Club'.
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La prevalenza è complessivamente stimata intorno a 1:500 bambini in età scolare.
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*Forme miste (sintomatologia combinata di due o più forme)
== Eziologia ==
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Altri ............................................. 22%
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Nel '''neonato a termine''' può verificarsi una ''asfissia generalizzata'', con danno diffuso dell'intero encefalo, che si manifesta come una tetraplegia; oppure, nel caso di una ''occlusione di un'arteria cerebrale'', la lesione può verificarsi in parte o in tutto un emisfero cerebrale, determinando un'emiplegia di gravità variabile.
== Clinica ==
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*Valutazione neurologica e delo sviluppo neuropsichico
== Trattamento ==
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