Fusione nucleare fredda: differenze tra le versioni

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==Differenti metodi realizzati per tentare di produrre reazioni di Fusione Fredda==
{{cn|Così come per la [[fusione nucleare|fusione termonucleare (fusione calda)]], in cui è necessario avvicinare i [[Nucleo atomico|nuclei]] di [[deuterio]] e [[trizio]] a distanze tali da vincere la [[forza coulombiana]] di repulsione dei [[nucleo atomico|nuclei]], [[carica elettrica|carichi]] positivamente, e quindi poter permettere le reazioni di fusione; per la fusione fredda, quasi sempre, gli autori affermano che è necessario avvicinare atomi di [[deuterio]] tra di loro, superando la naturale [[forza coulombiana]] di repulsione, senza essere costretti ad utilizzare le elevatissime temperature e pressioni necessarie per la corrispondente [[fusione nucleare|fusione termonucleare (fusione calda)]]. Nella fusione fredda la reazione viene resa possibile attraverso la presenza di un intermediario [[catalizzatore]], con una azione a tutt'ora poco compresa.}}
 
A seconda del tipo di [[catalisi]] utilizzata, si possono avere vari tipologie di fusione fredda:
 
==='''Catalizzazione da muoni'''===
Il [[muone]] è una particella che ha la possibilità di sostituirsi all'[[elettrone]] dell'[[atomo]], avendo questi una massa assai superiore a quella dell'elettrone (circa 200 volte) quando avviene la sostituzione, per il principio di conservazione del [[momento angolare]], i muoni dovranno orbitare a distanze molto più prossime al nucleo e quindi schermando maggiormente la repulsione [[elettricità|elettrica]] e questo permetterà l'avvicinamento tra quei nuclei che hanno sostituito i propri elettroni con muoni, a tale vicinanza da poterli portare in condizioni utili per innescare la reazione di fusione nucleare, con conseguente emissione di [[energia]]<ref name=Jones>Jones, Steven Earl. "''Muon-catalysed fusion revisited''". Nature. Nature Publishing Group, 1986.</ref>. I muoni, una volta che hanno innescato la fusione tra due nuclei, possono sopravviverne e quindi andare ad agire come [[catalizzatore|catalizzatori]] per nuove reazioni. Oramai tutti i fisici sono concordi con la capacità dei muoni di poter essere utilizzati come catalizzatori per generare reazioni di fusione nucleare, ma vi è l'oggettiva impossibilità, allo stato attuale della tecnologia, nel rendere tali reazioni energeticamente convenienti<ref>"''[[Fusione catalizzata da muoni]]''". da [http://it.wikipedia.org it.wikipedia.org]</ref>.
 
==='''Confinamento chimico'''===
{{cn|Questo metodo si basa sulla possibilità di utilizzare la proprietà del [[Palladio (elemento)|palladio]] (o di altri catalizzatori) di [[Adsorbimento|caricare]] all'interno del proprio reticolo cristallino atomi di [[idrogeno]] o dei suoi [[Isotopo|isotopi]] come il [[deuterio]], formando [[deuterio]] oppure [[idruro di palladio]]. C'è da mettere in rilievo che una condizione necessaria, ma non sufficiente, è che tale caricamento deve essere assai elevato e raggiungere una percentuale di H/Pd o D/Pd di almeno il 95%, ovvero per ogni atomo di palladio ci deve essere quasi un atomo di idrogeno o deuterio; condizione difficile da ottenere in tempi brevi, se non con particolari procedimenti di natura fisica e/o chimica.<BR>}}
 
Vi sono tre tipologie di dispositivi a confinamento chimico:
 
===='''Cella elettrolitica'''====
{{cn|È un dispositivo composto da un contenitore di materiale isolante, riempito con deuterio in [[Soluzione (chimica)|soluzione]] ad un [[elettrolita]], con al suo interno due elettrodi [[Conduttore elettrico|conduttivi]] metallici di cui il primo, normalmente in palladio o altro metallo capace di assorbire gli [[atomo|atomi]] di idrogeno o [[deuterio]] chiamato [[catodo]], è collegato al polo negativo di un apposito [[alimentatore]] a [[corrente continua]]. Mentre l'altro elettrodo, chiamato [[anodo]], è composto da un materiale resistente alla [[corrosione]] [[elettrolisi|elettrolitica]], come ad esempio il [[platino]], è collegato a polo positivo dell'alimentatore. Tale cella, in particolari e non ancora chiarite condizioni fisiche, viene osservata una emissione di calore, in quantità superiore a quella che potrebbe generarsi secondo le classiche leggi della fisica.}}
 
Esempi di celle elettrolitiche:
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* [[#Ottobre_2007.2C_ENEA_di_Frascati_ed_SRI_USA_dichiarano_una_riproducibilit.C3.A0_delle_reazioni_di_fusione_fredda_dal_65.25_al_75.25|Esperimenti della SRI (USA) e Vittorio Violante (ENEA)]]
 
===='''Cella al plasma elettrolitico o cella di T. Ohmori e T. Mizuno'''====
Dispositivo concettualmente simile alla precedente ''Cella Elettrolitica'', ma funzionante in un regime completamente differente. Il catodo è normalmente composto da una barra di [[tungsteno]] o altri tipi di materiali metallici, capaci di sopportare le elevatissime temperature prodotte da una bolla di [[Fisica del plasma|plasma]] che si forma, causa le particolari condizioni di funzionamento, intorno all'elettrodo stesso.
 
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* [[#1998-2003.2C_Gli_esperimenti_di_T._Ohmori_e_T._Mizuno_sulla_elettrolisi_al_plasma|Cella di T. Ohmori e T. Mizuno]]
 
===='''Cella a gas di deuterio o idrogeno'''====
Alcuni scienziati, come il giapponese Arata e gli italiani Piantelli e Focardi, hanno realizzato celle ''asciutte'', nelle quali al posto di un elettrolita liquido, vi è un elettrolita gassoso, come il deuterio o l'idrogeno. In tali celle, all'interno del catodo di [[Palladio]] o [[nichel]], vi può essere un accumulo di una grandi quantità di deuterio (''caricamento''), che possono portare ad ottenere elevatissime concentrazioni di gas che, in certe condizioni non ancora del tutto note, possono innescare fenomeni di generazione di calore, che possono essere spiegate come presumibilmente conseguenza di reazioni [[termonucleare|termonucleari]].