Futuristi di sinistra: differenze tra le versioni

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Per inquadrare ulteriormente gli aderenti a questa ideologia può essere interessante riportare un'affermazione di [[Antonio Gramsci]]:
{{quote|I futuristi hanno svolto questo compito nella cultura borghese: hanno distrutto, distrutto, distrutto; hanno avuto la concezione nettamente rivoluzionaria, assolutamente [[marxismo|marxista]], quando i socialisti non si occupavano neppure lontanamente di simile questione.|da [[Ordine Nuovo]] del 5 gennaio 1921<ref>[http://www.aprileonline.info/1154/quale-futurismo-celebrare]</ref>.}}
{{quote|I futuristi hanno svolto questo compito nel campo della cultura borghese: hanno distrutto, distrutto, distrutto, senza preoccuparsi se le nuove creazioni, prodotte dalla loro attività, fossero nel complesso un’opera superiore a quella distrutta: hanno avuto fiducia in se stessi, nella foga delle energie giovani, hanno avuto la concezione netta e chiara che l’epoca nostra, l’epoca della grande industria, della grande città operaia, della vita intensa e tumultuosa, doveva avere nuove forme, di arte, di filosofia, di costume, di linguaggio: hanno avuto questa concezione nettamente rivoluzionaria, assolutamente marxista, quando i socialisti non si occupavano neppure lontanamente di simile questione, quando i socialisti certamente non avevano una concezione altrettanto precisa nel campo della politica e dell’economia, quando i socialisti si sarebbero spaventati (e si vede dallo spavento attuale di molti di essi) al pensiero che bisognava spezzare la macchina del potere borghese nello Stato e nella fabbrica. I futuristi, nel loro campo, nel campo della cultura, sono rivoluzionari; in questo campo, come opera creativa, è probabile che la classe operaia non riuscirà per molto tempo a fare di più di quanto hanno fatto i futuristi: quando sostenevano i futuristi, i gruppi operai dimostravano di non spaventarsi della distruzione, sicuri di potere, essi operai, fare poesia, pittura, dramma, come i futuristi, questi operai sostenevano la storicità, la possibilità di una cultura proletaria, creata dagli operai stessi. [[Antonio Gramsci]], <ref>''Socialismo e fascismo. L’Ordine Nuovo'' (1921-1922), [[Einaudi]], Torino 1966</ref>}}
 
Occorre rimarcare che il movimento futurista russo appoggiò la [[Rivoluzione d'Ottobre]], seguendo quindi quelle istanze di rottura e rivoluzionarie di cui parlava Gramsci. Analogamente il futurismo italiano ha avuto al suo interno una robusta ala politicamente schierata su posizioni di sinistra, anche se la storiografia di regime ha volutamente ignorato questa componente che, del resto, è stata spesso colpevolmente trascurata anche dalla storiografia sucessiva.