Chiesa (architettura): differenze tra le versioni

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Per svariate generazioni l'edificio di culto rimase profano, non consacrato, e l'[[eucaristia]] era celebrata su un comune tavolo privo di qualsiasi carattere sacro. Ma, oltre che dallo stato di clandestinità della nuova religione, questa situazione era originata anche dalla particolare spiritualità del [[cristianesimo primitivo]], un culto non più legato ad un edificio materiale o ad un luogo specifico, ma vissuto nello spirito del singolo individuo e della comunità. Il termine ''ecclesia'' (dal termine [[Lingua greca|greco]] per "assemblea"), infatti, secondo [[San Paolo di Tarso|San Paolo]], indica la comunità dei [[Battesimo|battezzati]], non un "edificio costruito dalle mani dell'uomo".
 
Per i primi due secoli, le fonti storiche forniscono diversi accenni sull'uso di case private prestate di volta in volta come luoghi di culto. La notizia secondo la quale, dopo la morte di [[Gesù]], [[Maria, madre di Gesù|Maria]] ed i discepoli si riunirono a pregare in una "camera alta" situata in un piano soprelevato, ci fa ragionevolmente ipotizzare l'esistenza di camere analoghe utilizzate per le funzioni liturgiche -domenicali, alle quali si accenna anche negli [[Atti degli Apostoli|Atti]] (XX, 7-9) e nelle [[Lettere di San Paolo|epistole paoline]] (1 Cor. XVI,19; Ad Rom. XVI, 3-5; Ad Colos. IV, 15; Ad Philem. 1, 2-3). Intorno alla metà del [[II secolo]] [[Giustino]] riferisce che le riunioni si svolgevano dove fosse possbiliepossibile (Apol. I, 65-67), mentre già alla fine dello stesso secolo [[Minucio Felice]] (Octavius IX,1) c’informa che col termine ''sacraria'' si denominavano i luoghi di culto, dando quindi testimonianza di ambienti destinati soltanto a tale funzione. Qualche decennio più tardi, nel testo [[Siria|siriaco]] delle "''Recongnitiones Clementinae''" (X, 71) si cita un certo Teofilo che dona la sua casa alla chiesa perché venga adibita a luogo di culto.
 
===''Domus ecclesiae''===
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===''Tituli'' a [[Roma]]===
 
Per quanto riguarda la città di Roma, gli scavi condotti presso alcune basiliche d'origine paleocristiana hanno riportato alla luce i resti di case private risalenti al [[III secolo]] DC. La maggior parte delle chiese romane che vantano una tradizione paleocristiana sono, Infattiinfatti, fondate su precedenti ''domus ecclesiae'' o ''tituli''.
 
Il ''titulus'' indicava originariamente la tabella (di [[marmo]], [[legno]], [[metallo]] o [[pergamena]]) che, posta accanto alla porta di un edificio, riportava il nome del proprietario. Successivamente ai ''tituli'' privati (che, oltre alla sala cultuale e ai locali annessi per usi liturgici, comprendevano l'abitazione privata), nascono quelli di proprietà della comunità, che conservavano il nome del fondatore o del donatore della casa.
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====Navate====
 
L'interno della chiesa era costituito da una grande sala rettangolare, suddivisa per mezzo di colonne o pilastri. Queste suddivisioni presero il nome di [[Navata|navate]], dalla metafora che assimilava la chiesa alla nave di Cristo, dove a ciascun membro viene assegnato un posto ben preciso in base al ruolo da lui svolto. Il numero delle navate era sempre dispari ma non era fisso: una, tre, cinque, sette, nove. La maggior parte delle basiliche era a tre navate; erano poche quelle a cinque navate ([[Basilica di San Pietro|San Pietro in Vaticano]]); ancora meno quelle a sette ([[Basilica di Santa Monica (Cartagine)|Santa Monica]] a [[Cartagine]]) ed a nove ([[Basilica di Damus el_Karita|Damus-el-Karita]] sempre a Cartagine).
 
Le colonne o i pilastri sorreggevano arcate a tutto sesto oppure una trabeazione continua e lineare, spesso riutilizzando elementi di [[Reimpiego (architettura)|reimpiego]]). Un esempio di trabeazione rettilinea splendidamente realizzata in [[laterizio]] rivestito di mosaici è nella chiesa di [[Basilica di Santa Maria Maggiore|Santa Maria Maggiore]] a Roma. In Oriente e a [[Ravenna]], sin dal [[V secolo]] al di sopra delle colonne, comincia ad apparire un elemento architettonico nuovo di forma tronco-piramidale: il [[pulvino]]. Collocato sopra il [[capitello]], conferisce uno slancio ancor maggiore alle arcate e diverrà caratteristico dell'[[architettura bizantina]]. Soprattutto in [[Africa]] settentrionale e in [[Grecia]], erano frequenti gli esempi di colonne binate, cioè raddoppiate.
 
Già dagli inizi del [[IV secolo]], la larghezza delle navate si basava su un rapporto proporzionale 2:1, cioè la navata maggiore era normalmente larga il doppio delle navate laterali. Tale rapporto andò progressivamente alterandosi nel corso del [[V secolo]], quando le navate laterali andarono sempre più restringendosi fino a raggiungere una larghezza inferiore alla metà di quella centrale. Inoltre, nelle chiese [[Grecia|greche]] si trova frequentemente una divisione più marcata tra le navate laterali (o navatelle) e la navata centrale: le colonne poggiano su un muretto continuo che, ad eccezione di alcuni passaggi, chiude ogni comunicazione fra gli intercolunniintercolumni.
 
====Matronei====
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====Transetto====
 
Talvolta, tra le navate e l'abside s’inseriva una navata trasversale, che veniva chiamata [[transetto]] per il fatto di trovarsi oltre i cancelli che delimitavano il presbiterio. Il transetto poteva avere la stessa larghezza dell'edificio oppure sporgere oltre il muro perimetrale. Il Lemerle distingue due tipi di transetto: ''indipendente'', quando le navate si arrestano al transetto; "a navate avvolgenti", quando le navate e i colonnati proseguono a destra e a sinistra del transetto fino a circondare il presbiterio (un esempio è costituito dalla [[chiesa di S. Mena]] in [[Egitto]]). Il transetto indipendente poteva inoltre essere "continuo", cioè senza suddivisioni interne, ovverooppure "tripartito", quando archi e colonne lo dividevano in tre ambienti distinti ma comunicanti. Sulla funzione del transetto sono state formulate varie ipotesi. Secondo il Lemerle, non essendo sempre presente in tutte le chiese, rispondeva ad esigenze specifiche. Il Sotiriou ritiene invece che fosse in relazione con l'[[offerta dei doni]] in vigore fino al [[VI secolo|VI]]-[[VII secolo]]. Il Krautheimer, infine, attribuisce una funzione diversa ad ogni tipo di transetto. Egli sostiene, per esempio, che nel transetto tripartito la parte centrale servisse da ''martyrion'' e fosse riservata al clero, mentre le parti terminali fossero accessibili al clero e ai fedeli che recavano offerte.
 
==Il battistero e la liturgia battesimale==