Troiano: differenze tra le versioni
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Archeologia
Nel 1871 Heinrich Schliemann (1822-1890), seguendo le indicazioni e le descrizioni dei testi omerici, organizzò una spedizione archeologica in Anatolia, sulla sponda asiatica dello Stretto dei Dardanelli. I suoi scavi si concentrarono sulla collina di Hissarlik, dove era avvenuto un precedente scavo archeologico effettuato dalla scuola francese guidata da Calvert, poi interrotta per mancanza di fondi. Qui si trovò di fronte a più strati che corrispondevano a differenti periodi della storia di Troia. Arrivato al secondo strato (a partire dal basso) riportò alla luce un immenso tesoro e pensò di aver scoperto il leggendario tesoro di Priamo narrato nell'Iliade. I suoi ritrovamenti, però, risalivano ad un periodo precedente a quello della Troia omerica, collocata intorno al XIII secolo a.c. In realtà la città narrata nei poemi omerici, si scoprì in seguito, era collocata al sesto strato. Comunque, il tesoro di Priamo resta uno dei più importanti ritrovamenti della storia dell'archeologia. Schliemann lo donò al suo paese natale, la Germania, che lo custodì in un museo di Berlino fino alla Seconda guerra mondiale. Nel 1945, nonostante Hitler avesse ordinato di nascondere i reperti affinché non cadessero nella mani dei russi, il tesoro fu segretamente trafugato dai sovietici come bottino di guerra e portato a Mosca. Nessuno seppe più niente fino al 1993, quando Boris Eltsin - ospite del Presidente greco - rivelò inaspettatamente l’ubicazione del tesoro nel museo Puskin.[1]
Le successive campagne di scavo furono condotte da Wilhelm Dörpfeld (1893-1894) e Carl Blegen (1932-1938).
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