Gustaf Mauritz Armfelt: differenze tra le versioni

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Nel 1796 Gustavo Adolfo aveva raggiunto la maggiore età e col nome di Gustavo Adolfo IV aveva assunto le funzioni di regnante. Nel novembre 1799 perdonò Armfelt e nel settembre 1800 lo autorizzò a tornare in Svezia. Al suo ritorno fu inviato a Vienna come ambasciatore, carica che ricoprì dal 1802 al 1804 quando fu costretto a lasciare l'incarico a causa dei suoi decisi attacchi al governo austriaco del quale non condivideva l'atteggiamento nei confronti di Napoleone verso il quale provava profondo odio. Nel 1805 la Svezia aderisce alla terza coalizione contro [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] e Armfelt, dal 1805 al 1807, fu comandante in capo delle forze svedesi nel Granducato di Pomerania che difese fino all'estremo riuscendo a respingere i francesi nelle prime fasi della guerra, non riuscendo però ad evitarne la conquista da parte delle armate napoleoniche.
 
Nel 1808 la Danimarca e la Russia (che in seguito agli accordi di [[Tilsitt]] con Napoleone aveva mano libera nelle sue zone di influenza) iniziano una guerra contro la Svezia. Armfelt fu nominato comandante in capo sulla frontiera norvegese in una sfortunata e disorganizzata guerra che si concluse con un nulla di fatto. Fu destinato al fronte Russo, ma essendo appena tornato dalla campagna in Norvegia, non vi andò. La Russia conquistò la Finlandia e nel 1809 lo zar Alessandro I assunse il titolo di granducaGranduca di Finlandia facendone così un granducatoGranducato al quale concesse grande autonomia mantenendone le leggi, la religione e i privilegi acquisiti dei finlandesi. La Svezia perdeva così, dopo seicento anni, un territorio che costituiva un terzo delle sue risorse.
 
Nel 1809 Gustavo Adolfo viene deposto e viene eletto re lo zio Carlo di Sodermanland che assume il nome di [[Carlo XIII di Svezia|Carlo XIII]] ma a causa della sua cattiva salute il governo viene esercitato da [[Jean-Baptiste Jules Bernadotte]], maresciallo francese imparentato con Napoleone, che aveva dimostrato grande lealtà verso i prigionieri della divisione svedese inviata nel 1806 da Gustavo Adolfo in Prussia proteggendoli dalle atrocità dei suoi soldati. Bernadotte viene proclamato principe ereditario nel 1810. Armfelt, che non approvava questi sviluppi del governo della Svezia, avrebbe voluto ritirarsi a vita privata in Finlandia, ma, pressato, acconsentì ad assumere incarichi governativi finché i nemici che aveva a corte non ottennero il suo esilio. Armfelt giurò fedeltà allo zar Alessandro I nelle mani del rappresentante russo a Stoccolma e il giorno dopo partì per San Pietroburgo. Per questa scelta di campo fu condannato a morte come traditore.