Fortezza Vecchia: differenze tra le versioni

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La [[seconda guerra mondiale]] causò danni ingentissimi, distruggendo quasi completamente il Palazzo di Cosimo e la maggior parte degli edifici presenti sugli spalti, ad esclusione del possente [[Maschio (architettura)|Mastio]] di Matilde.
A partire dagli [[Anni_1970|anni settanta]] è stato avviato un impegnativo programma di restauro, che ha recentemente riconsegnato gran parte della complesso alla cittadinanza.
 
== Descrizione==
 
Si accedeva al complesso fortificato solo via mare. Una piccola chiatta, trainata da una fune tesa tra la Fortezza e l'antico scalo, ancora esistente della scomparsa Piazza S. Trinita, conduceva all'ingresso est, in adiacenza all'orecchione del bastione dell'Ampolletta. Sbarcati al piccolo ttracco, ci si trova di fronte ad un imponente portale incassato nella scarpata muraria. Il suo arco è ornato da pietre di Vada tagliate a cuneo pere adeguarla alla strombatura; l'ingresso è chiamato "Porta del Duca". Sopra al prtone un'iscrizione marmorea con stemma mediceo riporta il motto del duca Alessandro: Sotto una fede et legge un Signor solo". Oltre il robusto portone si apre una galleria coperta con una caditoia cerntrale al soffitto ed una saracinesca in ferro per la difesa. Vi si trovava il posto di guardia e immediatamente dopo il "Cortile d'Arme" a pianta quadrata. da qui un secondo portone protetto da due feritorie si sale per una rampa ad uso dei cavalli e carriaggi, fiancheggiata da scalini per i pedoni. Questa immette alla spianata della Fortezza e all'adiacenta piazza della cisterna. Vi si affacciavano gli edifici più importanti: gli alloggi della guarnigione che potevano ospitare fino a cinquemila uomini, il palazzo di Cosimo I (1544), la chiesa e la cappella, la cisterna dell'acqua, purificata con un ingegnoso sistema di filtraggio naturale
 
==Descrizione==
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Per migliorare l'accessibilità dell'interno, i restauratori hanno istallato una caratteristica passerella metallica, che copre l'intero perimetro del fortilizio, permettendo una suggestiva vista dall'alto anche della "Quadratura dei Pisani" e della annessa torre quadrata.
 
SiIn origine si accedeva al complesso fortificato solo via mare. Una piccola chiatta, trainata da una fune tesa tra la Fortezzafortezza e l'antico scalo, ancora esistente della scomparsa Piazza S. Trinita, conduceva all'ingresso est, in adiacenza all'orecchione del bastione dell'Ampolletta. Sbarcati al piccolo ttraccoattracco, ci si trova di fronte ad un imponente portale incassato nella scarpata muraria. Il suo arco è ornato da pietre di [[Vada]] tagliate a cuneo pere adeguarla alla strombatura; l'ingresso è chiamato "Porta del Duca". Sopra al prtoneportone un'iscrizione marmorea con stemma mediceo riporta il motto del duca Alessandro: Sotto una fede et legge un Signor solo". Oltre il robusto portone si apre una galleria coperta con una caditoia cerntrale al soffitto ed una saracinesca in ferro per la difesa. Vi si trovava il posto di guardia e immediatamente dopo il "Cortile d'Arme" a pianta quadrata. da qui un secondo portone protetto da due feritorie si sale per una rampa ad uso dei cavalli e carriaggi, fiancheggiata da scalini per i pedoni. Questa immette alla spianata della Fortezza e all'adiacenta piazza della cisterna. Vi si affacciavano gli edifici più importanti: gli alloggi della guarnigione che potevano ospitare fino a cinquemila uomini, il palazzo di Cosimo I (1544), la chiesa e la cappella, la cisterna dell'acqua, purificata con un ingegnoso sistema di filtraggio naturale
Quello che un tempo era l'ingresso principale, rivolto verso la città, presenta ancora oggi i resti di un cortile di guardia porticato, composto da [[Pilastro|pilastri]] ottagonali e [[Arco (architettura)|archi a tutto sesto]]. Da qui una rampa conduce al piano superiore della fortezza, dominato dal [[Maschio (architettura)|Mastio]] di Matilde, dal Palazzo di Francesco I e da altri edifici minori, compresa la chiesa di San Francesco. Quest'ultima, un tempo inglobata all'interno di una costruzione più grande, è attualmente preceduta da una incongrua facciata realizzata a seguito delle devastazioni belliche.
 
QuelloInfatti, cheoltre unquesto tempo era l'ingresso principale, rivolto verso la città, presentasono identificabili ancora oggi i resti di un cortile di guardia porticato, composto da [[Pilastro|pilastri]] ottagonali e [[Arco (architettura)|archi a tutto sesto]]. Da qui una rampa, ad uso dei cavalli e carriaggi, fiancheggiata da scalini per i pedoni, conduce al piano superiore della fortezza, dominato dal [[Maschio (architettura)|Mastio]] di Matilde, dal Palazzo di Francesco I e da altri edifici minori, compresa la chiesa di San Francesco. Quest'ultima, un tempo inglobata all'interno di una costruzione più grande, è attualmente preceduta da una incongrua facciata realizzata a seguito delle devastazioni belliche.
Sul piazzale affacciavano anche gli alloggi della guarnigione, che potevano ospitare fino a cinquemila uomini, il palazzo di Cosimo I ([[1544]]) e la cisterna dell'acqua, purificata con un ingegnoso sistema di filtraggio naturale.
 
Un'altra rampa porta poi alla galleria inferiore che si apre lungo la Darsena Vecchia e che collega tra loro i bastioni dell'Ampolletta e della Canaviglia; una seconda galleria parte invece dalla Canaviglia e si insinua fino alla Quadratura dei Pisani, mentre un terzo passaggio si sviluppa sul lato settentrionale del forte.