Fortezza Vecchia: differenze tra le versioni

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In origine si accedeva al complesso fortificato solo via mare. Una piccola chiatta, trainata da una fune tesa tra la fortezza e l'antico scalo, ancora esistente della scomparsa Piazza S. Trinita, conduceva all'ingresso est, in adiacenza all'orecchione del bastione dell'Ampolletta. Sbarcati al piccolo attracco, ci si trova di fronte ad un imponente portale incassato nella scarpata muraria. Il suo arco è ornato da pietre di [[Vada]] tagliate a cuneo pere adeguarla alla strombatura; l'ingresso è chiamato "Porta del Duca". Sopra al portone un'iscrizione marmorea con stemma mediceo riporta il motto del duca Alessandro: "Sotto una fede et legge un Signor solo". Oltre il robusto portone si apre una galleria coperta con una caditoia centrale al soffitto ed una saracinesca in ferro per la difesa. Vi si trovava il posto di guardia e immediatamente dopo il "Cortile d'Arme" a pianta quadrata.
 
Infatti, oltre questo ingresso, rivolto verso la città, sono identificabili ancora oggi i resti del un cortile di guardia porticato, composto da [[Pilastro|pilastri]] ottagonali e [[Arco (architettura)|archi a tutto sesto]]. Da qui una rampa, ad uso dei cavalli e [[carriaggi]], fiancheggiata da scalini per i pedoni, conduce al piano superiore della fortezza, dominato dal [[Maschio (architettura)|Mastio]] di Matilde, dal Palazzo di Francesco I e da altri edifici minori, compresa la chiesa di San Francesco. Quest'ultima, un tempo inglobata all'interno di una costruzione più grande, è attualmente preceduta da una incongrua facciata realizzata a seguito delle devastazioni belliche.
Sul piazzale affacciavano anche gli alloggi della guarnigione, che potevano ospitare fino a cinquemila uominipersone, il palazzo di Cosimo I e la cisterna dell'acqua, purificata con un ingegnoso sistema di filtraggio naturale.
 
Da questo pianolivello, un'altra rampa porta poi alla galleria inferiore che si apre lungo le mura prospicienti la Darsena Vecchia e che collega tra loro i bastioni dell'Ampolletta e della Canaviglia; una seconda galleria parte invece dalla Canaviglia e si insinua fino alla Quadratura dei Pisani, mentre un terzo passaggio si sviluppa sul lato settentrionale del forte.
Esse, oltre ad essere utilizzate per la distribuzione e il deposito delle attrezzature, servivano per il controllo dei danni subiti durante i conflitti a fuoco.
 
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Infine, all'interno del Mastio di Matilde, sono conservati alcuni stemmi dei comandanti che hanno prestato servizio nella fortezza che in origine erano chiamati ''Sopracciò della Fortezza''; tali stemmi sono quelli sopravvissuti alle distruzioni dei Francesi del 1799. Qui era situata anche una cappella affrescata, dove, nel maggio del [[1790]], si tenne una prima messa.
 
I danni riportati nell'ultimo conflitto bellico hanno cancellato gran parte delle costruzionecostruzioni presenti all'interno, ma hanno lasciato sostanzialmente intatta la cortina muraria cinquecentesca.
Per migliorare l'accessibilità dell'interno, i restauratori hanno istallato una caratteristica passerella metallica, che copre l'intero perimetro del fortilizio, permettendo una suggestiva vista dall'alto anche della "Quadratura dei Pisani" e della annessa torre quadrata.