Duca (Longobardi): differenze tra le versioni

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==Storia==
La figura del duca emerse tra [[IV secolo|IV]] e [[V secolo]], quando il popolo [[germani]]co era stanziato tra il medio corso dell'[[Elba (fiume)|Elba]] e l'attuale [[Boemia]] settentrionale. All'epoca, i Longobardi erano nomadi e organizzati in gruppi omogenei e compatti di famiglie originate dallo stesso [[clan]] gentilizio, in grado di organizzarsi in contingenti con funzioni militari: le [[Fara (Longobardi)|fare]]<ref>Sergio Rovagnati, ''I LongboardiLongobardi'', p. 108.</ref>. I duchi erano i capi delle fare. Si trattava di guerrieri insigniti di tale incarico per i legami dinastici e per il valore militare mostrato in guerra, premiati quindi dal [[re germanico|sovrano]]. Nella figura del duca longobardo si mescolavano quindi elementi militari, gentilizi, sacrali (investiti dal sovrano, partecipavano al suo "carisma"), politici, giudiziari e amministrativi. Nell'assemblea del popolo in armi ("[[Gairethinx]]") i duchi aveva un ruolo preminente, ed erano determinanti nell'elezione dello stesso re<ref>Rovangati, p. 19.</ref>.
 
Una volta giunti in Italia, l'istituzione ducale assunse progressivamente un legame con il territorio, ma sempre subordinata allo status politico-militare del duca. A partire dalla prima città conquistata da [[Alboino]] nel [[568]], [[Cividale]], in ogni centro urbano militarmente rilevante venne insediato un duca, con l'incarico di guidare i guerrieri longobardi stanziati nelle aree limitrofe "''in fara''" contro eventuali minacce nemiche. Fin da quel primo insediamento, l'isituzioneistituzione ducale ebbe però un doppio carattere: da un lato il duca era comandante di un esercito, dall'altro era il capo di una frazione del popolo ("''gens''"), soggetto quindi alle aspettative e alle tradizioni (di gestione del potere, di attivismo militare, di spartizione delle ricchezze) del popolo stesso. Il duca era quindi una figura di investitura regia e di natura polito-militare, ma al tempo stesso anche portatrice di una concezione del potere esclusiva, quale elemento-garante di una determinata struttura sociale (quella della fara). La compresenza di questi due fattori opposti caratterizzò tutta l'esistenza del [[Regno longobardo]], in costante tensione tra spinte centraliste del potere sovrano e spinte autonomiste dei duchi; nel corso dei secoli si assistette al passaggio da una maggior indipendenza ducale (tanto che per i dieci anni del cosiddetto [[Periodo dei Duchi]], dal [[574]] al [[584]], governarono da sovrani assoluti nelle rispettive sedi) a una crescente affermaizoneaffermazione del potere centrale, senza che tuttavia le spinte autonomiste fossero mai completamente arginate<ref>Lida Capo, ''Commento'' a Paolo Diacono, ''Storia dei Longobardi'', pp. 432-433.</ref>.
 
Con la caduta del Regno longobardo ([[774]]) e la conquista di gran parte della [[Langobardia]] da parte dei [[Franchi]] di [[Carlo Magno]], la figura del duca longobardo fu sostituita da quella del [[conte]] franco; fuori dall'[[Impero carolingio]] rimase tuttavia il [[Ducato di Benevento]], che mantenne una certa autonomia e all'interno del quale il termine "duca" assistette a un'evoluzione verso il significato di titolo nobiliare che si sarebbe imposto in seguito.