Max Havelaar: differenze tra le versioni

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Nella '''parte A''', la storia di Max Havelaar, un amministratore coloniale olandese, è raccontata da Batavus Doorstoppel, il prototipo di uomo gretto, avido, senza fantasia e pieno di sé. Droogstoppel incontra dopo molti anni un ex compagno di scuola, Sjaalman (un [[alter ego]] di Multatuli), che gli chiede di pubblicare un manoscritto. Doorstoppel affida il compito al praticante tedesco Ernest Stern.
 
La '''parte B''' è il racconto del manoscritto redatto da Stern. Il racconto segue a grandi linee le avventure professionali di Max Havelaar (comealter vieneego chiamatodi Multatuli) come assistente-residente nelle Indie Olandesi.
 
Nella '''parte C''' viene raccontata la storia di Saïdjah e Adinda. Si tratta delle avventure di un giavanese oppresso. Questo racconto è un duro attacco allo sfruttamento dei giavanesi, la disperazione di un popolo e l'indifferenza delle autorità. Dekker paragona il racconto a ''La capanna dello zio Tom'': un romanzo di fantasia con l'esperienza di persone oppresse, che fece molta più impressione di una descrizione vera, ma arida dell'oppressione.