Maometto: differenze tra le versioni

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Nell'Occidente medievale Maometto fu considerato per oltre cinque secoli un cristiano [[eresia|eretico]]. [[Dante Alighieri]] - non consapevole del profondo grado di diversità teologica della fede predicata da Maometto - lo cita nel canto XXVIII dell'Inferno tra i ''seminatori di discordia'' nella [[Divina Commedia]] assieme ad [[Ali ibn Abi Tàlib]], suo cugino-genero, coerentemente con quanto da lui già scritto ai versetti 70-73 del canto VIII dell'Inferno:
{{quote|...«Maestro, già le sue meschite / là entro certe ne la valle cerno, / vermiglie come se di foco uscite / fossero...}}
in cui le "meschite" (evidente deformazione della parola del volgare castigliano ''mezquita'', derivante dall'arabo ''masjid'', che significa [[moschea]]) della città di Dite sono le "vermiglie" abitazioni della città dannata ove dimorano gli eresiarchi cristiani. <br/>
È questo (e non altro) il motivo per cui nella [[basilica di San Petronio]] a [[Bologna]], in un celebre [[affresco]], Maometto fu raffigurato all'[[inferno]], secondo la descrizione di Dante, con il ventre squarciato, come spaccata era la comunità cristiana a causa dei suoi vari scismi.