Rinascimento del XII secolo: differenze tra le versioni

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La [[Sicilia]] aveva fatto parte fino all'878 (caduta di Siracusa) dell'[[Impero bizantino]], malgrado lo sbarco dei musulmani a Mazara dell'827. Fu sotto l'[[Emiro|Emirato]] di [[Storia della Sicilia araba|Sicilia]], dall'878 al 1060 (quando avvenne il primo sbarco [[Normanni|normanno]]), e anche negli anni successivi in cui dominò la famiglia degli [[Altavilla]], che l'isola divenne lo Stato europeo più progredito sotto il profilo delle conoscenze mediche. I Normanni mantennero e agevolarono la specificità tetraculturale dell'isola che poteva collazionare il meglio delle conoscenze della comunità latina, greca, araba ed ebraica, rendendo l'isola il luogo privilegiato per l'opera di tradizione di opere scientifiche e mediche, grazie al continuo afflusso di manoscritti in lingua greca e araba.<ref>C. H. Haskins, ''Studies in Mediaeval Science'', pp. 155-57.</ref>
 
Una copia dell'[[Almagesto]] di [[Claudio Tolomeo]] fu portata in Sicilia da [[Enrico Aristippo]], come dono dell'Imperatore bizantino a [[Guglielmo I di Sicilia|Re Guglielmo I]]. Aristippo stesso tradusse il ''Menone'' di [[Platone]] e il ''[[Fedone]]'' in [[Lingua latina|latino]], ma l'incarico di viaggiare alla volta della Sicilia e di tradurre l<nowiki>'</nowiki>''Almagesto'' fu lasciato a un anonimo studioso di Salerno, come pure quello di tradurre numerosi lavori di [[Euclide]] dal [[Lingua greca|greco]] al [[Lingua latina|latino]].<ref>M.-T. d'Alverny, "Translations and Translators", pp. 433-34</ref> Sebbene i Siciliani traducessero direttamente dal [[Lingua greca|greco]], quando i testi in greco non erano disponibili, essi traducevano allora dall'[[Lingua araba|arabo]]. [[Eugenius Amiratus]] tradusse l<nowiki>'</nowiki>''[[Ottica (Tolomeo)]]'' di [[Tolomeo]] in [[Lingua latina|latino]], mostrando in quell'occasione la sua compiuta conoscenza di tutte e tre queste lingue.<ref>M.-T. d'Alverny, "Translations and Translators", p. 435</ref> Le traduzioni di [[Accursio di Pistoia]] inclusero le opere di [[Galeno]] e di [[Hunayn ibn Ishaq]].<ref name=Campbell-3>D. Campbell, ''Arabian Medicine and Its Influence on the Middle Ages'', p. 3.</ref> [[Gerardo di Sabbioneta]] tradusse il ''[[Canone di medicina]]'' ( ''al-Qānūn fī tibb'' ) di [[Avicenna]] e l<nowiki>'</nowiki>''Almansor'' di [[Rhazes|Muhammad ibn Zakariyya al-Razi]].<ref>In realtà il libro si chiama ''Kitāb-i Mansūrī'', reso in latino col titolo ''Tractatus ad regem Almansorem''.</ref> [[Leonardo Fibonacci]] presentò il primo resoconto completo in Europa del [[sistema numerale decimale indo-arabo]], traducendolo da fonti arabe nel suo celeberrimo ''[[Liber Abaci]]'' (1202).<ref name=Bieber/> Gli ''Aphorismi'' di [[Masawaiyh]] (Mesue) furono tradotti da un anonimo contributore nell'Italia del tardo [[XI secolo]]-primi del [[XII secolo]].<ref name=Danielle>{{citation|last=Jacquart|first=Danielle|contribution=The Influence of Arabic Medicine in the Medieval West|page=982}} in {{Harv|Morelon|Rashed|1996|pp=963-84}}</ref>
 
Nella [[Padova]] del [[XIII secolo]], Bonacosa tradusse il lavoro medico di [[Averroè]], il ''Kitāb al-Kulliyyāt'' col titolo, che lo rese per secoli famoso in tutta Europa, del ''Colliget'',<ref name=Danielle-983/> e [[Giovanni di Capua]] tradusse il ''Kitāb al-Taysīr'' di [[Ibn Zuhr]] (Avenzoar) col titolo di ''Theisir''. Nella Sicilia del [[XIII secolo]], [[Faraj ben Salem]] tradusse l<nowiki>'</nowiki>''al-Hāwī'' di [[Rhazes]] come ''Continens'' e il ''Tacuinum sanitatis'' di [[Ibn Butlan|Ibn Butlān]]. Nell'Italia di quello stesso [[XIII secolo]], [[Simone di Genova]] e Abraham Tortuensis tradussero l<nowiki>'</nowiki>''al-Tasrīf'' di [[Abu al-Qasim al-Zahrawi|Abulcasis]] col titolo di ''Liber servitoris'', la ''Congregatio sive liber de oculis'' di Alcoati e il ''Liber de simplicibus medicinis'' dello pseudo-[[Serapion]]<ref name=Danielle-984/>