=== In Bolivia ===
==== La guerriglia ====
Le ipotesi su dove Guevara potesse essere seguitarono ad inseguirsi per tutto il [[1966]] e i primi mesi del [[1967]]. Rappresentanti del movimento indipendentista [[Mozambico|mozambicano]] [[FRELIMO]] raccontarono di incontri con lui alla fine del [[1966]] o all'inizio del [[1967]] a [[Dar es Salaam]], dopo di cui rifiutarono la sua offerta di aiuto al loro progetto rivoluzionario. In un discorso tenutosi durante la manifestazione del [[Primo maggio]] [[1967]] a [[l'Avana]], il ministro delle forze armate facente funzione, maggiore [[Juan Almeida]], annunciò che Guevara stava "servendo la rivoluzione da qualche parte nell'America Latina". Le notizie, sempre più consistenti, secondo cui stava conducendo la guerriglia in [[Bolivia]] vennero infine considerate degne di fede.
Su richiesta di Fidel Castro, un pezzo di terreno in una zona remota era stato comprato dai comunisti boliviani perché Guevara lo utilizzasse come base e campo d'addestramento.
Probabilmente, per Guevara ed i cubani che lo accompagnavano, la scelta di non iniziare a combattere subito, ma di addestrarsi in questo campo nella regione di [[Ñancahuazú]] comportò maggiori rischi. Poco fu fatto per gettare le basi di un esercito guerrigliero. La presunta ex operativa della [[Stasi]] (qualità negata dalle autorità della [[DDR]], oggi dopo il crollo della [[DDR]] non vi sono informazioni che possano far presumere la sua appartenenza alla [[Stasi]]) [[Haydèe Tamara Bunke Bider]], più nota con il nome di battaglia di [[Tania]], che si era installata a [[La Paz]] come principale agente di Guevara, vennero diffuse voci su una sua collaborazione col [[KGB]] e si è spesso ritenuto che abbia servito inconsapevolmente interessi sovietici, portando le autorità boliviane sulle tracce dei guerriglieri. [[Tania]] cadde in Bolivia qualche tempo prima di Guevara. Il diario, trovato addosso al suo cadavere, avrebbe aiutato i boliviani a individuare i movimenti dei cubani.
Le numerose foto di Guevara e degli altri membri del gruppo, lasciate nel campo base dopo che questo fu abbandonato a seguito dei primi scontri con l'esercito boliviano nel [[marzo]] [[1967]], fornirono al presidente [[René Barrientos Ortuño]] la prova della presenza del rivoluzionario argentino nel paese. Si dice che, dopo averle viste, Barrientos espresse il desiderio di vedere la testa di Guevara piantata su una picca e mostrata nel centro di [[La Paz]]. Ordinò quindi all'esercito di dare la caccia al gruppo cubano.
Il reparto di Guevara, composto da circa 50 combattenti e denominato ELN (''Ejército de Liberación Nacional de Bolivia''), era ben equipaggiato e inizialmente conseguì un certo numero di successi contro le forze boliviane, sul terreno difficile e montuoso della regione di Camiri. In [[settembre]], tuttavia, l'esercito riuscì ad eliminare due gruppi guerriglieri, uccidendo uno dei capi.
Nonostante la natura violenta del conflitto, Guevara fornì cure mediche a tutti i militari boliviani che i guerriglieri presero prigionieri e, di seguito, li rilasciò. Anche dopo l'ultima battaglia di Quebrada del Yuro, in cui fu ferito e catturato, quando fu condotto in un centro di detenzione provvisoria e vide che lì si trovavano diversi militari boliviani rimasti feriti nel combattimento, si offrì di fornirgli assistenza medica (offerta rifiutata dall'ufficiale boliviano in comando)<ref>Taibo, Paco Ignacio II. ''Ernesto Guevara, también conocido como el Che'', Barcelona, 1999: Editorial Planeta, p 726.</ref>
Il piano di Guevara per fomentare la rivoluzione in Bolivia si basava su alcune concezioni sbagliate:
*Si aspettava di dover affrontare solo il governo militare locale ed il suo esercito, male armato e poco equipaggiato. Al contrario, appena il governo statunitense ebbe confermata la sua presenza in Bolivia, inviò personale della [[Central Intelligence Agency|CIA]] e di altre agenzie per aiutare ad organizzare la contro guerriglia. L'esercito boliviano venne addestrato da consiglieri appartenenti alle [[Forze speciali dell'esercito statunitense|forze speciali]] dell'[[US Army]], incluso un nuovo battaglione dei [[US Army Rangers|Rangers]] esperto in combattimento nella [[giungla]]. I reparti speciali statunitensi probabilmente presero parte anche a certi combattimenti.
*Si aspettava di ricevere assistenza e cooperazione dai locali oppositori al governo. Queste aspettative vennero frustrate ed il Partito comunista boliviano, filosovietico e non filocubano, non lo aiutò affatto, anche se alcuni membri, come [[Rodolfo Saldana]], [[Serapio Aquino Tudela]] e [[Antonio Jimenez Tardiolo]] lo fecero a titolo personale o si arruolarono nei suoi reparti, contro la volontà dei vertici di partito.
*Si aspettava di rimanere in contatto radio con l'Avana. Al contrario, le due trasmittenti ad onde corte che gli erano state fornite erano difettose, impedendo le comunicazioni con Cuba. Dopo qualche mese, il registratore a nastro che utilizzavano per registrare e decodificare i messaggi radio provenienti da Cuba fu perso durante l'attraversamento di un fiume.
Oltretutto, la sua inclinazione al confronto più che al compromesso contribuì probabilmente alla sua incapacità di sviluppare un buon rapporto di lavoro con i dirigenti boliviani, come era avvenuto anche in Congo<ref>Ernesto Che Guevara, "Excerpt from ''Pasajes de la guerra revolucionaria: Congo''", [http://www.wilsoncenter.org/index.cfm?topic_id=1409&fuseaction=va2.document&identifier=5034C64B-96B6-175C-97A3C636C37896FB&sort=Collection&item=The%20Cold%20War%20in%20Africa Online at Cold War International History Project], visionato il [[26 aprile]] [[2006]].</ref> . Questo tratto del suo carattere era emerso anche nel corso della guerriglia a Cuba, ma era stata tenuta sotto controllo dalla guida di Fidel Castro.<ref>Castañeda, Jorge G. ''Che Guevara: Compañero'', New York: 1998, Random House, pp 107-112; 131-132.</ref>
In realtà l'ipotesi che il Che stesse preparando la rivoluzione in [[Bolivia]] sembra non essere corretta. È più probabile, come confermano anche le ricerche del giornalista boliviano José Luis Alcázar, che stesse preparando una scuola d'addestramento per guerriglieri, per portare in un secondo tempo queste forze a sud ed entrare nel suo Paese d'origine, l'[[Argentina]].
<ref>José Luis Alcázar. ''Ñacahuasu, la Guerrilla del Che en Bolivia''.</ref>
====Cattura ed esecuzione====
Già da più di un mese, dal 31 agosto, l'avanguardia di Guevara era rimasta sola dopo l'annientamento da parte dell'esercito della retroguardia comandata da [[Joaquin]], a Puerto Mauricio, sul [[rio Grande]]. L'imboscata contò con la delazione di un contadino [[Honorato Rojas]] che, sotto minaccia dell'esercito (la moglie si lamentò per le percosse inferte al marito), informò su luogo del possibile attraversamento del fiume da parte dei guerriglieri.
Guevara, durante i primi giorni di ottobre, ormai con poche informazioni, senza viveri e con scarse vie di scampo, si rifugia in un canalone (''quebrada'') dove è circondato da forze militari preponderanti. Qui Guevara è catturato dall'esercito boliviano, assieme ad altri guerriglieri, l'[[8 ottobre]] del [[1967]] nella quebrada del Yuro, a pochi km dal villaggio de [[La Higuera]].
Si arrese dopo essere stato ferito alle gambe e dopo che il suo fucile fu distrutto da un proiettile.
[[René Barrientos Ortuño|Barrientos]], appena informato della cattura, diede l'ordine di assassinarlo, ma diffuse un comunicato in cui affermava che Che Guevara era morto in combattimento. Guevara fu recluso nella piccola scuola del paese, dove passò la notte. Fu ucciso nel primo pomeriggio successivo, il [[9 ottobre]] [[1967]]. L'uccisore fu [[Mario Terán]], un sergente dell'esercito scelto a sorte tra alcuni volontari. Su quanto accadde dopo, esistono diverse versioni. Qualcuno dice che Terán era troppo nervoso, al punto di uscire dal locale e dover essere ricondotto dentro a forza. Per altri, non volle guardare Guevara in faccia, così da sparargli alla [[Gola (anatomia)|gola]], ferita che sarebbe stata fatale. Per altri ancora, il sergente avrebbe avuto bisogno di ubriacarsi, al fine di portare a termine il compito. La versione più accreditata racconta che Guevara ricevette diversi spari alle gambe, sia per evitare di deturpargli il volto ed ostacolare l'identificazione, sia per simulare ferite in combattimento, così da nascondere l'esecuzione sommaria del prigioniero. Come colpo di grazia, gli spararono al petto: ferita che gli riempì i [[Polmone|polmoni]] di [[sangue]]. Guevara pronunciò diverse [[Ultime parole famose|parole famose]] prima della morte. Si è detto che avrebbe accolto così il suo uccisore: "So che sei qui per uccidermi. Spara dunque, codardo, stai solo uccidendo un uomo".<ref name="Anderson">Anderson, Jon Lee. ''Che Guevara: A Revolutionary Life''. New York: Grove Press, 1997.</ref> Il suo corpo fu legato ai pattini di un elicottero e portato a Vallegrande, dove venne adagiato su un piano di lavaggio dell'ospedale e mostrato alla stampa.<ref>[[Richard Gott]], "Bolivia on the Day of the Death of Che Guevara". [http://www.mindfully.org/Reform/2005/Che-Guevara-Gott11aug05.htm Online at Mindfully.org], visionato il [[26 febbraio]] [[2006]]</ref> Le fotografie prese allora fecero nascere leggende come quelle di ''San Ernesto de La Higuera'' e ''[http://elnuevocojo.com/Galerias/Che_Guevara/38.html El Cristo de Vallegrande]''.<ref>El Nuevo Cojo Ilustrado, "Galeria Che Guevara". [http://elnuevocojo.com/Galerias/Che_Guevara/38.html Online], visionato il [[27 aprile]] [[2006]]</ref>.
Dopo che un medico militare ebbe amputato le mani al cadavere, l'esercito boliviano fece sparire il corpo, rifiutandosi di rivelare se i resti fossero stati sepolti o cremati.
La caccia a Guevara in Bolivia fu guidata da [[Félix Rodríguez (Central Intelligence Agency)|Félix Rodríguez]], un agente della [[Central Intelligence Agency|CIA]] che era stato infiltrato a Cuba per prendere contatto con i ribelli dei [[Monti Escambray]] e con ambienti anti castristi di [[l'Avana]] prima dell'invasione alla [[Baia dei porci|Baia dei Porci]] e che era stato con successo fatto uscire dall'isola dopo il fallimento dello sbarco.<ref>Rodriguez, Felix I. and John Weisman. ''Shadow Warrior/the CIA Hero of a Hundred Unknown Battles (Hardcover)'', New York: 1989, Publisher: Simon & Schuster</ref><ref>MaxNews, "Félix Rodríguez:Kerry No Foe of Castro". [http://www.newsmax.com/archives/articles/2004/8/29/113445.shtml Online], visionato il [[27 febbraio]] [[2006]]</ref> Rodríguez riferì la notizia della cattura al quartier generale della CIA a [[Langley (Virginia)|Langley]], in [[Virginia]], servendosi di diverse stazioni dell'Agenzia situate in Sud America. Dopo l'esecuzione, Rodríguez prese per sé oggetti personali di Guevara, tra cui il suo [[Rolex]]. Negli anni seguenti, avrebbe spesso mostrato con orgoglio ai giornalisti questi cimeli.
Un altro fatto, di minore rilevanza, collegato alla cattura ed alla morte di Guevara fu l'arresto di [[Régis Debray]]. Nell'[[aprile]] [[1967]] le forze governative boliviane catturarono Debray, un giovane [[Francia|francese]], professore di [[filosofia]] all'[[Università dell'Avana]], che aveva studiato all'[[Ecole Normale Supérieure]] con il filosofo marxista [[Louis Althusser]],<ref>marxists.org website, "Louis Althusser"
[http://www.marxists.org/glossary/people/a/l.htm#althusser-louis Online], visionato l'[[11 marzo]] [[2006]].</ref> accusandolo di collaborare alla guerriglia. Debray dichiarò con forza di lavorare solo come giornalista e rivelò che Guevara, scomparso da tempo, stava guidando la guerriglia. Il processo a Debray (che divenne un caso internazionale) era appena iniziato quando le autorità boliviane, l'[[11 ottobre]], riportarono (falsamente) che Guevara era stato ucciso nello scontro con le forze governative dei giorni precedenti.
Il [[15 ottobre]] Castro riconobbe pubblicamente la morte di Guevara e proclamò tre giorni di lutto nazionale. La morte del Che fu vista come un grave fallimento per i movimenti rivoluzionari d'impronta socialista operanti nell'[[America latina]] e nel resto del [[terzo mondo]].
[[Immagine:Che Guevara - Grab in Santa Clara, Kuba.jpg|250 px|left|thumb|Il mausoleo di Che Guevara]]
Nel [[1997]] i resti del cadavere di Guevara furono esumati vicino alla pista di volo a [[Vallegrande]] e riportati a Cuba. Il [[17 ottobre]] [[1997]], i suoi resti, assieme a quelli di sei altri combattenti cubani morti durante la campagna in Bolivia, furono tumulati con tutti gli onori militari in un mausoleo costruito appositamente nella città di Santa Clara, dove trentanove anni prima aveva vinto quella che era stata ritenuta la battaglia decisiva della rivoluzione cubana.
Il monumento è corredato da una grande statua con la scritta ''"Hasta la victoria siempre"'' e da una lapide recante la parte iniziale del testo del famoso ordine di servizio firmato da [[Fidel Castro]] il [[21 agosto]] [[1958]], con cui venivano comunicate le istruzioni operative per la colonna numero 8, comandata da Guevara:
''"Se asigna al comandante Ernesto Guevara la misión de conducir desde la Sierra Maestra hasta la provincias de Las Villas una Columna rebelde y operar en dicho teritorio de acuerdo con el plan estratégico del Ejército rebelde"''.
== Sulla guerriglia ==
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