Ingegneria chimica: differenze tra le versioni

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L’ingegneria chimica si inquadra così nella più ampia categoria di [[ingegneria dei sistemi]] e, in quanto tale, richiede e si avvale di metodologie decompositive, o analitiche, per esaminare le varie sfaccettature di ogni singola unità e saperle descrivere in termini quantitativi, e di tecniche compositive, o sintetiche, per ricostruire, per via di calcolo, le proprietà e le prestazioni del processo/impianto ([[sistema]]).
 
===Storia dell'ingegneria chimica===
Il primo corso di laurea in Ingegneria Chimica fu attivato nel celebre [[MIT]] di Boston negli ultimi anni dell'Ottocento. In Italia, il primo corso di laurea fu attivato nel primo decennio del Novecento presso il [[Politecnico di Milano]].
 
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La terza prese coscienza del fatto che le unità fondamentali si possono comunque ricondurre agli stessi fenomeni basilari, detti [[fenomeni di trasporto]], ([[scambio di materia]], [[trasmissione del calore|di energia]] e [[fluidodinamica|quantità di moto]]), ed è pertanto da questi che si origina il percorso conoscitivo che porta agli ''impianti'' e ai ''processi'' attraverso le unità fondamentali. Attorno al 1960 con [[Kramer]] (Olanda), [[Levich]] (URSS), [[R. Byron Bird|Bird]], [[Warren E. Stewart|Stewart]] e [[Edwin N. Lightfoot|Lightfoot]] (USA) nasce l'ingegneria chimica moderna.
 
===La "difficoltà" del corso di laurea===
Secondo un'indagine [[Almalaurea]]<ref>http://www.almalaurea.it/</ref> , la laurea in Ingegneria Chimica è tra le più difficili lauree in [[Ingegneria]], assieme ad [[Ingegneria Elettronica]], [[Ingegneria Meccanica]] ed [[Ingegneria Civile]]. Tuttavia, i dati dimostrano anche un elevato livello di soddisfazione professionale ed economica tra chi giunge alla laurea, oltre a un giudizio largamente positivo sulla qualità della formazione ricevuta.
 
===Sbocchi professionali===
Il laureato in Ingegneria chimica ha competenze professionali che riguardano la produzione industriale di sostanze chimiche e nello stesso tempo coprono un ampio campo di tecnologie di trasformazione tipiche di tutta l’[[Attività manifatturiera|industria manifatturiera]]: dalla trasformazione degli [[alimenti]] alla produzione e distribuzione dei [[combustibili]], dall’[[industria farmaceutica]] all’abbattimento di [[inquinanti]], per citare solo alcuni esempi. L’ingegnere chimico è dunque un professionista in grado di operare tanto nel settore industriale quanto in quello dei servizi, svolgendo funzioni di natura tecnica, di pianificazione e coordinamento per quanto riguarda la ricerca e sviluppo di nuovi processi, il progetto, la gestione e l’ottimizzazione di un [[impianto chimico]].
 
Perciò, il laureato in Ingegneria chimica ha opportunità d’impiego a livello dirigenziale presso:
 
* industrie chimiche e petrolchimiche, di produzione e trasformazione di materie plastiche, siderurgiche, metallurgiche, farmaceutiche, alimentarie, agrarie, produzione di cellulosa e carta, produzione e formulazione di vernici e pigmenti, industrie tessili;
 
* società d’ingegneria specializzate nel progetto, installazione e avviamento di impianti industriali, analisi di affidabilità, analisi dei rischi industriali e ambientali, analisi del ciclo di vita;
 
* centri di ricerca avanzati e di innovazione tecnologica;
 
* società di servizi industriali (ambiente, energia e sicurezza);
 
* società di distribuzione di gas combustibile;
 
* enti pubblici e agenzie operanti nel settore ambientale e della valutazione dei rischi;
 
* società o enti pubblici a carattere medico ([[Asl]]);
 
* organismi sovranazionali che si occupano di sviluppo tecnologico e del controllo dei rischi associati alla produzione, al trasporto e all’uso di prodotti chimici.
 
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L'[[ingegneria per l'ambiente e il territorio]] ed l'[[ingegneria dei materiali]] sono le specializzazioni secondarie che presentano i maggiori punti di contatto con questo [[corso di laurea]].
 
===Confronto tra chimica e ingegneria chimica===
Rispetto al laureato in chimica, nell’ingegnere chimico si coniugano una cultura chimica di base, necessaria per comprendere la natura dei processi e delle sostanze trattate, e un approccio ingegneristico alla soluzione dei problemi, che ha come obiettivo primario la realizzazione in scala industriale. L’ingegnere chimico deve considerare, oltre ai fenomeni chimici, i molteplici aspetti di un processo: dal trasferimento di materia ed energia ai fattori gestionali ed economici, dalle problematiche di sicurezza a quelle di carattere ambientale.