Benedetto Croce: differenze tra le versioni

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{{quote|Gentilissimo collega, ricevo oggi qui il questionario che avrei dovuto rimandare prima del 20. In ogni caso, io non l'avrei riempito, preferendo di farmi escludere come supposto ebreo. Ha senso domandare a un uomo che ha circa sessant'anni di attività letteraria e ha partecipato alla vita politica del suo paese, dove e quando esso sia nato e altre simili cose?}}
 
Dopo la caduta del regime Croce rientra in politica, accettando la nomina a presidente del [[Partito Liberale Italiano|Partito Liberale]]. Durante la Resistenza cerca di [[mediazione|mediare]] tra i vari partiti antifascisti. Nel [[1944]] è Ministro senza portafoglio nel [[Governo Badoglio II|secondo governo Badoglio]]. Subito dopo la liberazione di [[Roma]] (giugno 1944) entra a far parte del [[Governo Bonomi I|primosecondo governo Bonomi]], sempre come ministro senza portafoglio, ma dà le dimissioni qualche mese dopo, il 27 luglio.
Al referendum sulla forma dello Stato (2 giugno 1946) vota per la Repubblica e abbandona il Partito Liberale, che invece è a favore della [[monarchia]]. Viene eletto all'[[Assemblea Costituente]].