Utente:Io'/...E vui durmiti ancora!: differenze tra le versioni

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==Curiosità==
Secondo la tradizione il brano fu musicato per la prima volta a [[Milano]], molto tempo dopo la sua prima composizione, dove al musicista chiesero di presentare un pezzo esclusivo. A conclusione il pubblico entusiasta si innamorò prestosubito della canzone.
 
Un altro fatto legato al brano ricorda come sul fronte della [[Carnia]], durante la [[Prima Guerra Mondiale]], in un momento di pausa un giovane soldato siciliano prese la sua chitarra e, al chiar di luna, intonò la canzone. Il silenzio che aleggiava dava voce solo alle note della ''mattutina''. Al termine dell'esecuzione si sentirono improvvisamente le urla di apprezzamento degli [[Austria|austriaci]], avversari sul campo, ma compagni emotivamente: non arrivavano a capirne il senso, ma rimasero incantati dalla bellezza della musica. Come a dire che la musica supera le barriere, anche in guerra.
 
Infine ricordiamo che il brano è stato riproposto in tempi recenti dallo ''show-man'' [[Fiorello]] e dal cantante [[Andrea Bocelli]] nell'album ''Incanto'' del [[2008]]<ref>Qui è doverosa una breve parentesi: il bravo lirico toscano ha voluto inserire un brano Siciliano in un disco dichiarato "omaggio alla musica Napoletana", senza perciò un motivato legame con gli altri brani</ref>.
 
==Analisi del testo==
La metrica del testo poetico è piuttosto semplice e rispetta la struttura "A-B-A-B-C-C" per la prima e "A-D-A-D-C-C" per la seconda parte. Diverso è il ritornello "E-F-G-F-C-C" che rispetta solo le due rime finali.
 
Il testo musicale, ''Andantino appassionato'' nella sua prima stesura, aggiunge due nuove strofe alle parole con il preludio e l'intermezzo (entrambi in scala di SI). Originariamente venne composta per [[pianoforte]], ma lo spartito fu adattato per [[mandolino]] dallo stesso Calì.
 
===Il testo===
 
Lu suli è già spuntatu ni lu mari
 
e vui bidduzza mia durmiti ancora,
 
l'aceddi sunnu stanchi di cantari
 
e affriddateddi aspettanu ccà fora,
 
supra 'ssu balcuneddu su' pusati
 
e aspettunu quann'è cca v'affacciati
 
'''Rit-'''Lassati stari, non durmiti chiùi,
 
ca 'mmenzu ad iddi dintra a 'sta vanedda
 
ci sugnu puru iù c'aspettu a vui
 
pri vidiri 'ssa facci accussi bedda
 
passu ccà fora tutti li nuttati
 
e aspettu sulu quannu v'affacciati
 
 
Li ciuri senza vui nun ponu stari
 
su tutti ccu li testi a pinnuluni,
 
ognunu d'iddi non voli sbucciari
 
su prima non si grapi 'ssu balcuni,
 
dintra lu buttuneddu su' ammucciati
 
e aspettunu quann'è cca v'affacciati
 
'''Rit-''' Lassati stari...
 
===Traduzione===
 
Il sole è già spuntato in mezzo al mare
 
e voi dolcezza mia dormite ancora,
 
gli uccelli sono stanchi di cantare
 
e raffreddati aspettano qua fuori,
 
sopra il balconcino sono poggiati
 
e aspettano quand'è che vi affacciate
 
'''Rit-'''Lasciate stare, non dormite più,
 
che in mezzo a loro dentro questo vicolo<ref>''Vanedda'' si traduce vicolo, strada di campagna; ''Vocabolario Siciliano-Italiano'', Martin & C. Brugherio (MI), 1997</ref>
 
ci sono pure io che aspetto a voi
 
per vedere questo volto così bello
 
passo qui fuori tutte le notti
 
e aspetto solo quando vi affacciate
 
 
I fiori senza di voi non possono stare
 
sono tutti con la testa penzolante<ref>L'espressione ''testa a pinnuluni'' indica l'aspetto che hanno i fiori appassiti</ref>
 
ognuno di essi non vuole sbocciare
 
se prima non si apre questo balcone
 
dentro il bocciolo sono nascosti,
 
e aspettano quand'è che vi affacciate
 
'''Rit-''' Lasciate stare...
 
==Note==