Discussione:Ipotesi alternative sull'AIDS/Archivio 1: differenze tra le versioni
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Nel punto 1 non si dice "tutti", ma "costantemente". Ovviamente non ci si riferisce al 100% dei casi. Ogni biologo di buon senso sa che non esiste niente che sia vero nel 100% dei casi. Koch non era così idiota da escludere l'esistenza di soggetti immuni (soggetti in cui il microorganismo può essere presente ma non dare sintomi) ne' di soggetti con sindromi simili (soggetti in cui per cause diverse dal microorganismo in esame si sviluppa un insieme di sintomi '''simile''' a quello della malattia). Per l'HIV i soggetti portatori che non manifestano i sintomi sono poche unità in tutto il mondo, e tutti riconducibili a mutazioni genetiche (non tratterò in questa sede i modi in cui una mutazione può rendere immuni da una malattia infettiva, basti sapere che sono moltissimi, anche se non molto probabili); sindromi '''simili''' (non identiche) all'AIDS possono essere dovute a numerose cause. Per esempio varie forme di leucemia o alcuni virus come il Citomegalovirus o HTLV (Human T-cells Leukemia Virus) possono provocare immunodepressione, che è il sintomo principale dell'AIDS, ma non possono provocare AIDS (ha forse ragione chi dice che il nome AIDS è improprio perché troppo generico). In conclusione HIV soddisfa il primo postulato.
Il secondo punto è inapplicabile a buona parte dei virus animali. In primo luogo tutti i virus che possono essere coltivati necessitano di una coltura di cellule ospiti, che non risponde alla definizione di coltura pura. In secondo luogo molti virus crescono solo in vivo (in un animale ospite). Per esempio il virus dell'epatite C (HCV) non cresce in coltura ma solo nel fegato di un essere umano vivo (scrivo questo solo per ricordare a tutti che i postulati di Koch non sono legge quando si parla di virus). Comunque HIV può essere isolato colturalmente con un processo piùttosto complicato, che richiede l'allestimento di una co-cultura di cellule mononucleate del sangue periferico del soggetto in esame con cellule mononucleate del sangue periferico di un donatore normale (sano e HIV negativo). Quindi HIV soddisfa (nei limiti di un virus) il secondo postulato.
Anche il terzo punto non è applicabile a buona parte dei virus, che sono strettamente specie-specifici (infettano solo la specie ospite). I risultati ottenuti con HIV sugli animali non sono accettati dai sostenitori delle teorie alternative, tuttavia la rispondenza di HIV a questo postulato è dimostrata dalla trasmissione accidentale a medici, tecnici di laboratorio e pazienti privi di altri fattori di rischio. Preciso che neanche questo postulato si riferisce al 100% dei casi, perché bisogna tenere conto di soggetti immuni, infezioni abortive...
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