Crisi finanziaria: differenze tra le versioni
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In un contesto [[macroeconomia|macroeconomico]] si è in presenza di una '''crisi finanziaria''' quando la [[domanda]] di [[denaro]] da parte delle [[azienda|aziende]] è superiore all'[[offerta]] da parte delle [[banche]] e degli [[investimento|investitori]]. Se in passato la si associava ad una crisi bancaria, oggi può anche prendere la forma di una crisi [[valuta|valutaria]] o finanziaria, visto il peso che il mercato dei capitali riveste oggi e considerata la mobilità di capitali derivante dalla graduale rimozione dele retrizioni al movimento dei capitali avvenute negli ultimi 20 anni. Molti [[economista|economisti]] hanno cercato di elaborare una teoria che spieghi le cause principali delle crisi finanziarie ed il loro sviluppo, ma non c'è consenso su una sola spiegazione, nè è posssbile adottare semplici modelli deterministici (causa-effetto) per la loro previsione e per determinarne lo sviluppo, pertanto le crisi rappresentano per certi versi ancora un fenomeno poco prevedibile.
Non tutte le crisi finanziarie sono imprevedibili. Ad esempio, anche un contadino dell'[[agro pontino]] avrebbe potuto prevedere la crisi economico-finanziaria innescata dai mutui c.d. sub-prime, giacche' egli ben sa' - parafrasando con un eufemismo - che bisogna evitare di mangiarsi l'uovo quando e' ancora nel sedere della gallina. Sicche' le crisi dei mercati finanziari sono spesso la matematica conseguenza (modello deterministico di causa-effetto) della trasgressione di regole semplici e fondamentali - patrimonio concettuale pure dell'antica saggezza rurale - che sono preposte al sano sviluppo di una qualunque economia, quale ad esempio la regola codificata che vieta di distribuire, spendere, utilizzare o consumare gli utili prima che siano venuti ad esistenza(1). Esiste peraltro per l'Italia un precedente storico: la crisi bancaria susseguente alla grave depressione del 1887-88 con il fallimento di
Quando una crisi finanziaria si manifesta quello che invece non si riesce proprio a spiegare e' perche' autorevoli autorita' finanziarie, pure capitanate da illustri scienziati, non siano state in grado - nonostante le enormi risorse messe a loro disposizione - di garantire alla comunita' dei contribuenti che siano messe in pratica le regole semplici e fondamentali del sano sviluppo economico-finanziario, notorie pure al sopracitato contadino. E ancora, non esiste ad oggi un modello econometrico convincente che spieghi perche' i costi delle crisi finanziarie debbono essere socializzati, mentre i guadagni di chi trasgredisce le regole restano privati ed un modello giuridico razionale per cui chi ha responsabilita' di controllare - e non lo ha fatto - resta impunito e quello che resta del maltolto non viene recuperato.
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